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Coronavirus, la data ufficiale della quarta ondata. "Siamo vaccinati, non richiudete l'Italia", perché Speranza sta sbagliando tutto

Lorenzo Mottola
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La data è fissata: lunedì 23 agosto l'Italia entrerà ufficialmente nella quarta ondata dell'epidemia di Coronavirus. Salvo sorprese, i tecnici del governo imporranno a Sicilia e Sardegna (oltre forse alla Calabria) il ritorno in "zona gialla". In sintesi: sono in arrivo divieti che potranno essere progressivamente inaspriti, stavolta sulla base di nuovi criteri che terranno conto più dei posti letto occupati negli ospedali che del numero di contagi. Ma al di là di questa novità, la paura è che questo sia solo il primo passo verso un autunno caldo. Come l'anno scorso, si sente puzza di lockdown.

Stavolta, però, ci sono alcune domande da fare in più. La prima: ma perché l'Italia, con circa 5000 contagi al giorno, già corre ai ripari mentre il Regno Unito con oltre 26mila sembra intenzionato a procedere senza curarsi delle nuove varianti? La situazione è davvero così preoccupante da meritare misure aggiuntive? I decessi, certamente grazie ai vaccini, sono molti meno rispetto ai precedenti picchi della pandemia. Altro punto: se ho in tasca il mio prezioso Green pass perché devo temere di essere trattato come chi rifiuta di vaccinarsi? A cosa servirebbe, altrimenti, il certificato verde? Di più: tutto questo non rischia di diventare un disincentivo per chi ancora sta facendo di tutto per evitare di prestare il braccio al generale Figliuolo?

SPIEGAZIONI
Dal ministero della Salute per ora sono arrivate alcune precisazioni che risultano poco consolatorie. Spiega il sottosegretario Andrea Costa: «Con anche la modifica dei parametri che abbiamo fatto circa un mese fa, passare in zona gialla significa sostanzialmente reintrodurre le mascherine all'aperto e il limite dei quattro posti a sedere a tavola per quanto riguarda i locali al chiuso. Il resto rimane invariato: assolutamente nessun lockdown o coprifuoco».

Costa, in realtà, omette che cambieranno anche altre regole, per esempio verrà dimezzato il numero di spettatori per le manifestazioni sportive. Detto ciò, sostenere che sia poca roba costringere i cittadini a girare velati in pieno agosto pare eccessivo. Per non parlare del fatto che ancora resta tutta da chiarire l'utilità della mascherina all'aperto. Andrea Costa Pure il limite dei quattro avventori, peraltro, può avere delle conseguenze: pensate a chi ha già organizzato un matrimonio. Insomma, si torna alle proteste e ai dibattiti sulle regole antivirus, spesso senza senso. Qualche giorno fa Pierpaolo Sileri, a sua volta sottosegretario alla Salute, aveva spiegato in un'intervista che il governo Draghi non stava affatto pensando a chiusure in autunno perché «sennò a che serve vaccinarsi? Tra un mese avremo molte più persone immunizzate».

Una promessa che speriamo venga mantenuta. Continuava Sileri: «Stiamo passando da quella fase di pandemia verso una fase di endemia, ovvero la presenza del virus che rimarrà con noi chissà per quanti anni ancora senza però quei danni che abbiamo vissuto finora». Non vorremmo che il piano preveda che anche le mascherine restino con noi "per chissà quanti anni". 

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