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Vito Petrocelli, Alessandro Sallusti: il grillino, un effetto collaterale della democrazia

Vito Petrocelli

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Vito Rosario Petrocelli è un nome che agli italiani non dice nulla, del resto questo geologo squattrinato- almeno a stare alla sua più che modesta dichiarazione dei redditi pre elezione al Senato nelle file dei Cinque Stelle - di origini pugliesi in quasi dieci annidi politica non ha fatto nulla di rilevante se non farsi promotore di accordi e scambi culturali tra l'Italia e la Bielorussia del dittatore Lukashenko, fulgido esempio di leader illuminato e democratico. La sua passione per i tiranni e le dittature non finisce qui: piu volte si è dichiarato filorusso, filocinese e negazionista dei massacri degli uiguri, al punto che i suoi compagni di partito lo hanno soprannominato "il compagno Petrov".

 

 

E fin qui sono affari suoi, ovviamente. Ma oggi sono diventati affari anche nostri perché, per quei misteriosi percorsi della politica in generale e dei Cinque Stelle in particolare, il compagno Vito Rosario Petrov è stato messo a capo della commissione Esteri del Senato, ruolo di grande inutilità (questo forse spiega il motivo della sua nomina) ma nel contempo di grande prestigio. Già, perché adesso chi glielo spiega agli alleati - e al mondo intero - che la massima espressione del Senato italiano in fatto di politica estera è un disgraziato ultrà di Putin, nemico dell'occidente al punto da rifiutarsi di assistere alla diretta del parlamento con il presidente ucraino Zelensky e votare contro la linea del governo. Invitato sia dai suoi colleghi che dal suo partito quantomeno a dimettersi dalla presidenza della commissione, Petrocelli ha opposto un eroico "no", e purtroppo i regolamenti del Senato gli permettono di stare al suo posto.

 

 

È un po' come se il capo dei Milan Club si dichiarasse ultrà dell'Inter, se il capo dell'Arcigay si dicesse convintamente omofobo, il Papa razzista. È un effetto collaterale, direi fuoco amico, della democrazia figlio della tragedia dei Cinque Stelle ma anche di un uomo, il compagno Petrov, che vigliaccamente intende le istituzioni roba personale. Tutte le idee sono legittime, non altrettanto i comportamenti. Del resto che cosa ne può sapere un ammiratore dei peggio dittatori comunisti di lealtà, onore e dignità? Compagno Petrocelli, sei davvero triste e patetico. 

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