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Energia, Pietro Senaldi: noi in bolletta per colpa delle sinistra, condannati dal suicidio ecologista

Pietro Senaldi
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Tanto per cambiare, scaricabarile a sinistra. Gli italiani sono tutti ecologisti ma nessuno vuole diminuire la domanda di gas e petrolio, perché non se ne parla di abbassare i termosifoni di un grado neppure se la primavera ormai arriva ormai già a febbraio. Gli italiani sono anche tutti per la pace e contro le stragi di civili, ma se chiedi loro di rinunciare all'energia che Putin ci vende, ti rispondono accendendo la luce e pigiando l'acceleratore; in questo sono molto simili ai cittadini degli altri Stati Ue. E a proposito di Europa, quando la danese Vestager, vicepresidente nonché commissaria alla Concorrenza, suggerisce di farci una doccia in meno per danneggiare Mosca, tutti ci facciamo una grassa risata e ci scopriamo igienisti patologici. Anche se la guerra sibila ai nostri confini e irrompe con immagini drammatiche nelle nostre case, non siamo disposti a cambiare minimamente lo stile di vita. Ecco allora che si imporrebbe almeno di mutare il nostro approccio all'energia. Ma è dura. Sul nucleare siamo fermi da quarant' anni, i rigassificatori sono scarsi e nessuno li vuole davanti alle proprie spiagge e il carbone inquina troppo e può essere utilizzato, ma poco, solo come soluzione ponte. Risultato, spediamo Di Maio e i dirigenti dell'Eni a pietire gas in giro per il mondo. «Colpa degli ambientalisti, se siamo ridotti così», sentenzia Cingolani, ministro per la Transizione Ecologica, imputando tutti i nostri guai ai grillini, che lo applaudirono entusiasti quando, pescato da Finmeccanica, fu nominato ministro, ai no-Tav, ai no-Tap e ai gretini di ogni risma che popolano lo Stivale.

 

 


PREISTORIA ENERGETICA
E no, caro ministro, troppo semplice. Se l'Italia, quanto a produzione energetica, è alla preistoria non è colpa degli ultra-ecologisti. Loro sono invasati per definizione e come tali andrebbero ignorati. I veri responsabili del disastro sono coloro che da che sono nati si autoproclamano i più bravi, buoni e intelligenti e per questo continuano a volerci spiegare come dovrebbe girare il mondo. Stiamo parlando della sinistra, Partito Democratico in testa, che per ragioni meramente elettorali da sempre specula sui deliri ecologisti, legittimando dei matti per prendere i loro voti. È massima colpa della sinistra se gli ecologisti, anziché un movimento da ascoltare ma prendere con le pinze, soppesandone follie e ragioni, sono diventati i sacerdoti di una nuova religione di Stato, che ha consentito a molti imprenditori vicini al Pd di fare affari d'oro. E questo fino dagli anni Ottanta, quando i socialisti si fecero alfieri di una campagna anti-nucleare subito sposata dal Pci, che non voleva perdere voti e, di conseguenza e forzatamente dalla Dc, che ripudiò e sacrificò sull'altare del consenso, con scarsa lungimiranza, trent' anni di politica di sviluppo industriale.

 

 


Tutti e tre i partiti oggi si ritrovano, mal rappresentati, sotto le insegne del Pd e affini, a confermare l'andazzo di un Paese che sull'energia si è stretto da solo il cappio al collo. Per non inquinare il nostro territorio, che abbiamo devastato con ecomostri e sciatteria ambientale e non proviamo neppure a preservare dalla forza selvaggia della natura, la quale periodicamente si vendica devastandolo, ci siamo resi del tutto dipendenti dall'estero. La conseguenza è che, importando a tutto spiano, finanziamo i peggiori dittatori del mondo e devastiamo l'Italia, perché portare gas e petrolio qui da mezzo mondo inquina. Ma la nostra dipendenza contribuisce a deteriorare tutto il pianeta, visto che, nei Paesi che ce la forniscono, l'energia si produce secondo regole più lasche, quando ci sono, rispetto alle severissime disposizioni che regolano la materia dalle nostre parti. Anche se per convenienza fa l'ambientalista, il Pd non può pensare di uscire dalla crisi energetica con la camicia linda e immacolata. Sono i democratici che hanno alimentato i deliri infantili di Greta e di tanti ecologisti prima di lei, facendosi dettare linea e slogan da modaioli improvvisati, senza fare il loro lavoro, che sarebbe stato impostare una politica energetica pulita. Invece no, i progressisti sono riusciti a inseguire i grillini perfino su quell'idiozia galattica della decrescita felice, candidandosi a diventare il partito del disastro; non ambientale, ma economico, geopolitico e forse atomico.

 

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