Nuovi studi lo confermano: le plastiche biodegradabili incentivano il riutilizzo dei materiali organici e migliorano il riciclaggio meccanico
- Le plastiche biodegradabili offrono soluzioni innovative che migliorano la qualità del processo di riciclaggio e facilitano l'impiego di mezzi più efficienti per la raccolta differenziata dei rifiuti. La conferma giunge da un nuovo studio sugli effetti delle plastiche biodegradabili nei flussi di riciclaggio dei materiali in plastica in Italia, un Paese in cui dal 2011 tutti i sacchetti monouso devono essere compostabili. Analizzando la qualità delle materie plastiche riciclate in 19 strutture di smistamento e riciclaggio dei rifiuti in tutto il Paese, Corepla ha rilevato che le materie plastiche compostabili rappresentano solo lo 0,85% dell'input di materiali in plastica. Analoghi studi condotti presso l'Università di Wageningen evidenziano l'assenza di effetti negativi sulle proprietà delle materie plastiche riciclate contenenti film di amido e PLA (acido polilattico) frutto del riciclaggio. Le plastiche biodegradabili sono progettate per essere smaltite in impianti di compostaggio industriale. Se, a causa di errori di conferimento, tali plastiche entrano nei flussi di riciclaggio meccanici, possono esserne facilmente allontanate facendo ricorso alle tecnologie di smistamento disponibili, quali quelle che sfruttano la luce a frequenza prossima all'infrarosso, come evidenziato dai recenti test condotti presso l'istituto di ricerca tedesco Knoten Weimar. Le plastiche biodegradabili facilitano la raccolta differenziata dei rifiuti organici e contribuiscono al dirottamento dei rifiuti verso gli altri flussi di riciclaggio. Tuttavia, il rischio di contaminazione dei flussi dei rifiuti organici a seguito di errori di conferimento con plastiche non-compostabili è elevato e costituisce un problema reale per gli impianti di compostaggio. Il Consorzio Italiano Compostatori, in collaborazione con Corepla, ha condotto test in 27 impianti di compostaggio italiani, appurando che il livello di contaminazione a opera di materiali plastici non compostabili nei rifiuti organici è mediamente del 3,1%. Hasso von Pogrell, direttore generale di European Bioplastic, ha affermato, "I risultati di questi studi, condotti in condizioni reali negli impianti di riciclaggio, confermano che per migliorare qualità e quantità del riciclaggio delle materie plastiche occorrono investimenti finalizzati al rimodernamento dell'infrastruttura di gestione dei rifiuti e di raccolta differenziata obbligatoria". Maggiori informazioni sono disponibili sul sito web http://www.european-bioplastics.org. Contatto per la stampa: Katrin Schwede, [email protected], +49(0)30-284823-53