Il Gruppo Damiani Diventa proprietario unico di Veninicon l'acquisizione delle ultime quote ancora in possessodei precedenti azionisti
(Milano 13 febbraio 2020) - Il Gruppo Damiani è diventato proprietario unico di VENINI con l'acquisizione dell'ultima trance del pacchetto azionario che era ancora in possesso dei precedenti azionisti, alcuni dei quali continueranno a collaborare con l'azienda. Si conclude così il primo step dell'ambizioso progetto della famiglia Damiani di rilanciare la storica vetreria artistica, salvaguardare la tradizione vetraia muranese e tutelare il patrimonio territoriale e manifatturiero . Questo percorso era iniziato con l'acquisizione da parte della società Damiani della maggioranza del marchio VENINI: Guido, Giorgio e Silvia Damiani, nipoti del fondatore del rinomato marchio di alta gioielleria, avevano scelto di intraprendere una nuova sfida e investire nella fornace poiché avevano individuato nei valori e nell'heritage del marchio una grande attinenza con la storia e la mission del brand Damiani. L'obiettivo dei tre fratelli era, ed è tutt'ora, quello di dare un nuovo impulso a una delle più autentiche eccellenze del made in Italy e, nello specifico, del made in Murano, dove da quasi cent'anni la vetreria VENINI produce le proprie opere. Il forte impegno della famiglia Damiani nei confronti del marchio VENINI prevede un consistente piano di sviluppo estero, specie nei mercati asiatici che dimostrano un notevole interesse per ciò che rappresenta il marchio in termini di contenuti artistici e valoriali. In linea con questa strategia, per esempio, VENINI ha aperto da poco un nuovo show room in Corea del Sud, nel più vivace e dinamico quartiere fashion di Seul: Gangnam. Il piano di sviluppo e consolidamento del marchio avviato dal Gruppo ha portato la famiglia Damiani a compiere, fin dall'acquisizione delle prime quote, una serie di investimenti economici e di sforzi significativi: in particolare è stato aperto il flagship di Via Montenapoleone e, a fine 2018, i fratelli Damiani hanno sottoscritto un aumento di capitale di 4 milioni di euro. In questi tre anni alla guida di VENINI, inoltre, il Gruppo Damiani ha riattivato importanti collaborazioni con designer di fama internazionale, quali Ron Arad, Fabio Novembre, Peter Marino e Tadao Ando. Quello di coinvolgere artisti e creativi rappresenta, infatti, uno dei principali asset su cui la vetreria ha costruito la propria fama mondiale. Fin dalle sue origini VENINI ha chiamato in fornace nomi del calibro di Napoleone Martinuzzi, Carlo Scarpa, Vittorio Zecchin, Gio Ponti e Mimmo Rotella e, in tempi più recenti, Tadao Ando, Gae Aulenti, Massimiliano Fuksas, Ettore Sottsass, Emmanuel Babled, Alessandro Mendini. La volontà del Gruppo Damiani è anche quella di porsi con VENINI in un ruolo di centralità nell'ambito del luxury e offrire un inestimabile savoir-faire artigiano alle aziende dell'alto di gamma, per la realizzazione di pezzi in conto terzi. Quello del Gruppo, infatti, è un know-how culturale e produttivo, basato su salde radici, profonde competenze e grandi abilità che deriva da una secolare tradizione sviluppata nei due distretti artigianali di riferimento più importanti al mondo: quello orafo di Valenza e quello del vetro di Murano. Si tratta di un patrimonio di saperi e di un estro creativo che testimoniano l'eccellenza del Gruppo Damiani e si traducono in 22 Diamonds International Awards (“Oscar della Gioielleria”) e altri innumerevoli premi per il design e per la qualità. A dimostrare l'esclusività sono anche i risultati che le opere VENINI hanno registrato in occasione di importanti aste internazionali: non di rado i vetri della fornace hanno raggiunto cifre da record come “La Sentinella di Venezia” che è stata battuta all'asta per ben 737.000 dollari facendone una delle opere in vetro più pagata nella storia. Per la loro raffinatezza qualitativa e l'alto contenuto artistico, le creazioni VENINI e i masterpieces Damiani rappresentano un investimento capace di rivalutarsi nel tempo. Ogni creazione che esce dalla fornace VENINI racchiude in sé il valore intrinseco di un prezioso sapere artigianale tramandato di generazione in generazione. Il made in Murano, così come il made in Valenza della gioielleria Damiani, è un patrimonio che il gruppo continua a valorizzare con l'obiettivo di preservare la specificità del distretto produttivo, rinnovare la creatività italiana e riqualificare attività plurisecolari come quella vetraria e orafa. “Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a portare a termine l'acquisizione di VENINI proprio a ridosso dei festeggiamenti del centesimo anniversario dalla sua fondazione. Durante tutto il prossimo anno ci prepareremo a celebrare questo importante evento che si concretizzerà nel 2021. Inoltre, il compleanno di VENINI rappresenterà un importante traguardo come famiglia Damiani: fin da piccoli, io e miei fratelli, abbiamo avuto la fortuna di imparare a riconoscere il valore della manifattura italiana di qualità e il significato dell'impegno familiare, tipicamente italiano, nel tutelare, guidare e rinnovare la cultura attraverso scelte di business etiche e lungimiranti. Ecco perché poter festeggiare questo primo secolo di VENINI e vedere crescere il marchio nel mondo ci rende molto orgogliosi”, ha commentato SilviaDamiani, vice presidente del Gruppo Damiani. VENINI: una storia, un'eccellenza artistica, una passione tutta italiana Fondata nel 1921 dall'avvocato milanese Paolo Venini e dall'antiquario veneziano Giacomo Cappellin, la Venini S.p.A., allora Cappellin, Venini & C., è destinata a diventare un nome di riferimento nel mondo del vetro artistico, ponendo le basi di quell'identità stilistica che ancora oggi la contraddistingue. Nel tempo, Venini stringe significative collaborazioni con artisti come Napoleone Martinuzzi, Carlo Scarpa, Vittorio Zecchin e, nel dopoguerra, con Gio Ponti, Fulvio Bianconi, Tapio Wirkkala e Mimmo Rotella, fino ai contributi di designer e architetti contemporanei del calibro di Peter Marino, Ron Arad, Tadao Ando, Gae Aulenti, Doriana e Massimiliano Fuksas, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Gaetano Pesce, Emmanuel Babled, Michela Cattai, Francesco Lucchese, Monica Guggisberg e Philip Baldwin, Hani Rashid e Lise Anne Couture, Benjamin Moore, Dan Dailey, Giorgio Vigna e molti altri. Così l'originale produzione artistica si rinnova nelle forme e nel linguaggio. Fra progetti iconici e nuove creazioni, la vetreria presenta le sue opere in due collezioni: Art Glass raccoglie straordinari vasi scultorei e oggetti per il decoro; Art Light presenta lampadari e importanti installazioni luminose destinate a grandi spazi pubblici o privati. Venini vanta una palette cromatica senza eguali che, insieme alle tecniche di lavorazione del vetro, è parte di un patrimonio culturale tramandato di generazione in generazione. La fornace di Venini è infatti l'unica in grado di realizzare 125 colorazioni di vetro, frutto di una lunga e appassionata formulazione alla ricerca di nuove combinazioni. La struttura è organizzata per lavorare con 14 forni attivi nello stesso momento, mettendo a disposizione degli artisti e dei maestri vetrai una tavolozza cromatica che non ha uguali. Da sempre, VENINI realizza oggetti dal design intramontabile che si rivalutano nel tempo. Grazie all'eccellenza qualitativa, all'alto contenuto artistico e al valore manifatturiero intrinseco a ogni pezzo, i vetri VENINI vengono battuti ad aste importanti raggiungendo cifre da record: appartiene a VENINI, infatti, una delle opere di vetro di Murano più pagate della storia che con “La Sentinella di Venezia” firmata da Thomas Stearns nel 1962 ha raggiunto ben 737mila dollari. Le creazioni firmate Venini sono entrate a far parte delle collezioni permanenti di musei della portata del Metropolitan Museum e del MOMA di New York, della Fondazione Cartier di Parigi, del Victoria and Albert Museum di Londra e delle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Il museo Venini, raccogliendo 45.000 disegni, 10.000 foto d'epoca e 4.000 opere d'arte, rappresenta il più prezioso archivio storico della vetreria artistica moderna e contemporanea. Dal 2016 la società è controllata dalla famiglia Damiani, già a capo dell'omonimo brand internazionale di alta gioielleria, con l'obiettivo di dare maggior impulso a una delle più autentiche eccellenze del made in Italy.