Cerca
Cerca
+

Mafia: blitz Palermo, dal carcere 'lezioni' per omicidi

  • a
  • a
  • a

Palermo, 19 apr. - (Adnkronos) - Pianificavano gli omicidi in carcere Giovanni Di Giacomo, mafioso storico di Porta Nuova ed ergastolano, uno dei componenti del gruppo di fuoco del boss Pippo Calò, e il fratello Giuseppe, freddato in un agguato di mafia lo scorso 12 marzo. Negli incontri in carcere i colloqui sono costantemente incentrati sulla necessità di eliminare qualche personaggio ritenuto non in linea con la nuova gestione della consorteria. Così, per rimarcare il loro spessore criminale, i due parlano dell'opportunità di uccidere un sodale, che egoisticamente non vuole mettere a disposizione degli affiliati le proprie risorse economiche, oppure della necessità di eliminare un uomo d'onore prossimo alla scarcerazione, ritenuto responsabile di un agguato ordito dal boss Salvatore Cancemi nei confronti di Giovanni Di Giacomo quando era in libertà. Ma ad essere inquietante è soprattutto il linguaggio usato. Dopo aver raccomandato al fratello di essere in compagnia, Giovanni dice al fratello. "... Tum ... Nel sacco... L'importante che lo dovete avvruricare (seppellire, ndr) ... tutto qua è il discorso". Il fratello Giuseppe annunisce, ma le indicazioni di Giovanni sono sono terminate: "Quacina... quacina (calce, ndr) di sopra" e, dopo avergli tolto i vestiti, "ci fai il tratt... però quando viene il crasto... 'battilo sempre in capo'". (segue)

Dai blog