Lombardia: in Regione confronto su miglior welfare famiglie monogenitoriali (2)
(AdnKronos) - “Dalla ricerca emerge chiaramente - ha aggiunto la Vice Presidente Valmaggi - una radicale trasformazione delle famiglie e la crescita costante dei nuclei monogenitoriali, il che comporta la necessità di mettere in campo nuove politiche sistemiche e dinamiche, capaci di rispondere ai nuovi bisogni arginando il rischio povertà. Altrettanto evidente la necessità di dare particolare attenzione alle donne che rappresentano la stragrande maggioranza dei nuclei”. Nell'analisi si evidenza che in Italia, soprattutto al Centro-Nord, le madri sole sono in prevalenza istruite e occupate ma, si precisa, “tale condizione ‘favorevole' non sembra essere sufficiente a garantire uno stile di vita dignitoso”. Lo prova la crescente domanda di intervento ricevuta dai Comuni, i quali stanno affrontando la situazione cercando di offrire più opportunità: per esempio la percentuale di Comuni lombardi che offrono il servizio di asilo nido è passata in dieci anni dal 53,8 % del 2003 all'87,6 % (a fronte di una media nazionale del 52,7 %). Risultano essere solo due, inoltre, le Regioni che hanno varato leggi ad hoc per i nuclei monogenitoriali: il Veneto e la Lombardia, con la legge n.18/2014 “Norme a tutela dei padri separati o divorziati, in condizione di disagio, in particolare con figli minori”. Tre le sfide evidenziate da un workshop con studiosi ed esperti e illustrate nel Policy paper: le necessità di mantenere una visione sistemica, di prevedere politiche con finalità di prevenzione e di garantire equità nell'accesso al welafre. “Occorre però -precisa la ricerca- passare dall'idea stereotipata della madre sola/svantaggiata/ sfortunata a quella di nucleo portatore di bisogni complessi ma anche di risorse da attivare in un percorso di integrazione lavorativa e sociale che va accompagnato in diverse fasi della vita”.