Dell'Utri: cardinale Romeo, leggi vanno applicate anche quando non piacciono
Palermo, 9 dic. (AdnKronos) - "Chi sono io per sostituirmi a un giudice? Le leggi si rispettano e si applicano, anche quando non ci piacciono". Il cardinale Salvatore Romeo, arcivescovo emerito di Palermo e da un anno Presidente dell'Almo collegio Capranica, sta dalla parte dei giudici che hanno detto no al differimento della pena per Marcello Dell'Utri, gravemente ammalato. "Credo che le procedure e le decisioni dei giudici del Tribunale di sorveglianza siano state adeguatamente documentate - spiega all'Adnkronos il cardinale Romeo - Del resto, è il giudice che, sulla base dei referti medici, deve vedere se questa persona può essere adeguatamente curata presso una struttura. Non siamo noi a potere dire se è giusto o sbagliato. I giudici applicano le leggi. Se in questo caso si tratta di una interpretazione della legge, i legali di Dell'Utri possono sempre ricorre alle istanze per dire che il giudice ha esagerato. Ma io non sono certamente in grado di potere dire lo stato di malattia di una persona, lo stato della terapia che va messa in atto e se la struttura carceraria è adeguata per assicurare le terapie. Certo che uno a casa proprio sta meglio. Una istituzione civile è diversa dalle carceri. Però non siamo noi a poter dire dove deve stare questa persona". E continua: "Le leggi ci sono, e vanno applicate e rispettate. Non posso emettere certamente un giudizio morale se questa persona non può avere assistenza medica o terapie che sono richieste, non ho la mappa della carceri...". Poi il cardinale Romeo aggiunge: "Abbiamo visto anche per Riina, che era in fase terminale, e l'ospedale del carcere di Parma ha assicurato la piena assistenza. Capisco il desiderio di ognuno di noi di potere tornare nel proprio nido, ma non posso essere certamente io a dire se Dell'Utri deve curarsi fuori dal carcere o meno".