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Mafia: pm Di Matteo, quando Riina parlava in carcere di Berlusconi e Dell'Utri

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Palermo, 11 gen. (AdnKronos) - "In qualche modo" Silvio Berlusconi "mi cercava, mi ha mandato a questo e mi cercava. Gli abbiamo fatto cadere quattro o cinque volte le antenne e non lo abbiamo fatto più trasmettere. Gli abbiamo fatto questo ammonimento e non l'ho cercato più". Sono queste le parole pronunciate dal boss mafioso Totò Riina in carcere mentre parlava con il codetenuto Albero Lorusso. Le intercettazioni del capomafia di Corleone, morto lo scorso novembre, sono state lette in aula dal pm Nino Di Matteo durante la requisitoria al processo sulla trattativa tra Stato e mafia. "Nei dialoghi intercettati in carcere - dice il magistrato -Riina più volte parla dei canali tramite i quali avrebbe potuto contattare Dell'Utri", l'ex senatore imputato nel processo per minaccia a corpo politico dello Stato. Non solo. Secondo Di Matteo "Riina dimostra di essere consapevole dei rapporti che i fratelli Graviano avevano per i loro canali con l'imprenditore e poi politico Berlusconi. Alterna momenti di sincera confidenza con dei momenti in cui invece assume ufficialmente la parte di chi non sa nulla".

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