Messina: legale De Luca, giudici censurano Procura con precisione chirurgica
Palermo, 15 mar. (AdnKronos) - "Sia Fenapi Nazionale, sia il Caf Fenapi s.r.l., sia i circoli sono persone giuridiche esistenti, con propria struttura e proprio personale e l'attività fiscale è stata effettivamente svolta". La fittizietà del costo del personale ipotizzata dall'accusa "si scontra con un dato di importanza innegabile e incontestato, relativo alla effettività del servizio di assistenza fiscale reso dal Caf Fenapi nel territorio a beneficio degli associati per il tramite del personale dei circoli, nonché tramite le strutture decentrate della Fenapi, costituite dai circoli stessi". Con questa puntualizzazione, "debitamente supportata con dati strumentali e di consulenza tecnica", il Tribunale della Libertà di Messina, "con una articolata ed approfondita decisione, certifica la piena correttezza dell'operato delle strutture facenti capo all'Onorevole Cateno De Luca, che era stato arrestato su richiesta del pubblico ministero due giorni dopo essere stato eletto deputato regionale". Così, in una nota l'avvocato Tommaso Micalizzi, legale del deputato regionale. "Il Tribunale della Libertà di Messina censura con precisione chirurgica la posizione della Procura, recepita senza alcuna riflessione critica dal giudice delle indagini preliminari, secondo cui il "Caf non dovesse sostenere alcun costo" non solo per il personale in prestito, ma anche per il mantenimento delle sedi, sottolineando come dalla convenzione quadro tra Caf Fenapi srl e circoli Fenapi "non discende certamente l'assunto secondo cui l'attività fiscale per conto del Caf dovesse essere svolta gratuitamente dai circoli" - dice il legale - oltre a trattarsi di riferimenti inconferenti giacché la convenzione riguarda "i rapporti tra Caf e circoli ed i rimborsi effettuati direttamente a questi ultimi" e non le corresponsioni effettuate dal Caf alla Fenapi Nazionale". Quanto alla contestazione relativa a presunte fatturazioni per operazioni inesistenti, il Tribunale della Libertà di Messina stigmatizza l'impianto accusatorio, osservando come, a fronte dei "tipici elementi sintomatici della fittizietà "dei costi" come "l'inesistenza di fatto delle aziende emittenti, l'inesistenza delle attività, la natura effimera delle aziende, la mancanza di prove del versamento delle somme o la loro retrocessione", rispetto alle strutture facenti capo all'Onorevole De Luca "tutti questi elementi difettano nella vicenda oggetto di odierna disamina, in cui c'è la prova positiva dell'effettivo svolgimento delle prestazioni pattuite". E ancora: "Con riferimento infine alla contestata associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, il Tribunale di Messina taglia corto: "l'assunto secondo cui il De Luca e il Satta avessero organizzato un sodalizio criminoso e dato in tale ambito direttive ai collaboratori per falsificare documenti, in guisa da costituire prove false per documentare operazioni mai compiute, non è sostenibile", con la conseguenza che "neanche l'ipotizzato reato associativo si può ritenere sussistente". "Dunque, giustizia è fatta ed è auspicabile che la presa d'atto per cui in effetti De Luca fu destinatario di persecuzioni investigative e giudiziarie, valga a restituire alla normalità i rapporti tra il parlamentare siciliano, le istituzioni e la società messinese".