Mafia: Mancino, nelle intercettazioni con D'Ambrosio no interferenze
Palermo, 16 apr. (AdnKronos) - Nelle intercettazioni telefoniche tra l'ex Presidente del Senato Nicola Mancino e l'ex consigliere giuridico del Quirinale, Loris D'Ambrosio, nel frattempo deceduto "non c'è traccia di interferenze o di richieste di inferenze nei confronti dei magistrati palermitani". Lo ha detto, rendendo dichiarazioni spontanee, Nicola Mancino, prima che i giudici entrassero in Camera di consiglio. "Quando, da parte del Presidente Napolitano venne sollevato il conflitto di attribuzione sulle intercettazioni tra Mancino e il Quirinale - dice - furono proprio i pm palermitani Ingroia e Di Matteo a escludere interferenza sulle indagini. Anche il procuratore Messineo fece una dichiarazione in tal senso". E aggiunge: "Ma nella sua requisitoria il dottor Di Matteo non è stato imparziale neppure nei confronti del Presidente emerito Napolitano". Per la Procura Mancino, in quelle telefonate, avrebbe cercato una intercessione da parte del Quirinale sulla sua vicenda. "In quelle intercettazioni - aveva detto il pm Di Matteo durante la requisitoria - risulta il tentativo da parte del privato cittadino Mancino di influire e condizionare l'attività giudiziaria e addirittura le scelte di un collegio dei giudici". "Non sapevo d'essere intercettato – anche perché non iscritto nell'apposito registro - e, perciò, le mie conversazioni non aiutano l'accusa ad avvalersene per rafforzare l a mia responsabilità - aggiunge ancora l'ex Presidente del Senato Nicola Mancino in aula - Rendo all'onorevole Corte una motivazione del perché io ero preoccupato per l'eventuale ma non ancora certo confronto Martelli – Scotti – Mancino. Siamo, quando ne parlai con il consigliere D'Ambrosio, in piena bufera giornalistica. La IV sezione penale del Tribunale di Palermo aveva rigettato il confronto Tavormina – Martelli ed io al dottor D'Ambrosio confidai la inutilità di questo mio confronto, anche perché nessuna delle parti aveva modificato la propria dichiarazione".