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"Aiutatemi a liberare mio figlio", l'appello dell'attore Mazzarella

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Palermo, 16 mag. (Adnkronos) - "Aiutatemi a riabbracciare al più presto mio figlio". E' il grido disperato lanciato da Marcello Mazzarella, attore siciliano, che da giorni chiede notizie del figlio Piero di 27 anni che da dodici giorni è detenuto in Giappone con l'accusa di avere investito, mentre era in bici, una donna causandole la frattura del bacino. "Il mio è l'appello di un padre che chiede di rivedere il figlio", dice Mazzarella all'Adnkronos. "Stiamo aspettando il provvedimento del giudice che dovrebbe essere emesso tra il 18 e il 19 maggio. Siamo fermi a questo - racconta l'attore - L'ambasciata dell'Italia è intervenuta e sta seguendo il caso. E per questo la ringrazio. L'ambasciatore ha incontrato il ragazzo che è detenuto da 12 giorni in un commissariato. Mentre io non ci ho potuto ancora parlare perché la legge giapponese vieta ai parenti di potere parlare con un detenuto appena arrestato". Il giovane, amante dei viaggi, sarebbe dovuto rientrare da un viaggio in Giappone lo scorso 10 maggio. Ma il 2 maggio scorso, mentre era in sella alla sua bici, ha investito una donna causandole la frattura di un osso del bacino. Il ragazzo si è fermato per soccorrere la giapponese, ma è stato arrestato. Da quel momento si trova rinchiuso nelle camere di sicurezza del commissariato. Il padre è disperato e cerca di avere notizie del figlio. "L'amore di un padre, la mia determinazione, il fatto che sono siciliano di sangue, la vostra fratellanza mi danno una forza incredibile - scrive su Facebook, dove ogni giorno riceve attestati di stima e vicinanza - Sono qui per combattere e lo farò come sempre per dare luce all'unica forma di giustizia possibile". David Mazzarella rischia cinque anni di carcere. "Vorrei anche andare a Tokyo ma non saprei dove andare, perché non potrei neanche vedere mio figlio". "Il mio è l'appello di un padre che chiede di rivedere il figlio. Io chiedo che gli venga data la giusta punizione, ma cinque anni di carcere mi sembra una pena esorbitante".

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