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Mafia: Scarantino, 'così fui aggredito dai poliziotti davanti a mia moglie'

AdnKronos
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Caltanissetta, 17 mag. (AdnKronos) - "Un giorno stavo andando in Procura a Genova per ritrattare le mie dichiarazioni sulla strage, quando chiesi al poliziotto che dovevo tornare a casa per fare la pipì. Così quando entrai in casa, vidi quel poliziotto che parlava con violenza alla mia ex moglie, le puntava il dito addosso e gridava. Io non ci ho più visto più. I miei figli, che erano piccoli, piangevano. Se avessi alzato le mani al poliziotto sarebbe finito in ospedale con una prognosi di due mesi almeno... Ma non sono violento e mi sono limitato a gridare". Lo racconta l'ex pentito Vincenzo Scarantino, continuando la sua deposizione al processo per il depistaggio sulla strage di via D'Amelio. il poliziotto di cui parla è Mario Bo, il dirigente di Polizia imputato nel processo per il depistaggio con altri due colleghi, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei. "Dissi in dialetto palermitano al dottor Bo di lasciare subito in pace mia moglie - racconta - E lui è impazzito. Un altro poliziotto mi puntò persino la pistola in faccia". Quella mattina del luglio 1995 Vincenzo Scarantino si sarebbe dovuto recare a Genova per ritrattare con il magistrato le dichiarazioni rese fino a quel momento dai poliziotti sulla strage di via D'Amelio.

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