Mafia: appello questore Palermo, 'Non bastano arresti, Stato dia risposte ai cittadini'
Palermo, 2 lug. (AdnKronos) - Un appello a "fare un po' di più". A lanciarlo è il questore di Palermo, Renato Cortese, in occasione della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli del blitz antimafia che ha smantellato la famiglia di Corso dei Mille. "Noi e le altre forze di polizia - ha detto - facciamo continuamente operazioni. Venti, trenta arresti e, attraverso il susseguirsi di questi blitz, scopriamo che sullo stesso territorio gli arrestati vengono subito rimpiazzati". Per il questore, allora, la sconfitta di Cosa nostra passa da un'azione forte di tutte le Istituzioni. "Il lavoro incessante di magistratura e forze dell'ordine - dice all'Adnkronos - deve continuare, ma per liberare un territorio definitivamente dalla pressione mafiosa bisognerebbe creare delle alternative a quel territorio". Cosa nostra come "un'agenzia di servizi". "La forza della mafia in passato è stata la sua capacità di dare ai cittadini delle risposte che probabilmente altri avrebbero dovuto fornire", puntualizza il questore. L'assenza di quelle risposte ha creato il consenso sociale nei confronti dei boss, che "dopo 20 anni di attività di repressione magistratura e forze dell'ordine hanno interrotto. Oggi quel consenso incondizionato non c'è più - avverte Cortese - ma per fare in modo che Cosa nostra non torni ad averlo altre articolazioni dello Stato devono dare quelle risposte che i cittadini chiedono: lavoro, opportunità di sviluppo, sburocratizzazione. Io mi auguro che un po' tutto lo Stato, dal Comune alla Regione, dai cittadini alla politica, sia più presente sui territori per dare ai cittadini delle risposte". Un'esortazione a "fare tutti il proprio dovere, a fare un po' di più rispetto ai nostri doveri istituzionali. Noi quest'anno abbiamo voluto celebrare la festa della Polizia a Brancaccio, un segno di attenzione, di vicinanza a quel territorio. Questo tipo di attenzione andrebbe sollecitata da parte di tutti".