Fondi Russia, perché si indaga per corruzione internazionale
La scheda
Milano, 11 lug.(AdnKronos) - E' dall'ipotesi che siano coinvolti funzionari pubblici russi che nasce la tesi di corruzione internazionale su cui indagano i pm di Milano titolari dell'inchiesta che vede al centro la Lega e il sospetto di finanziamenti da Mosca. L'indagine, nata dopo un articolo dello scorso febbraio de L'Espresso, mette al centro l'incontro avvenuto il 18 ottobre del 2018 all'Hotel Metropol della capitale russa e l'audio, pubblicato dal sito statunitense BuzzFeed, in cui si sente una voce attribuita a Gianluca Savoini, ex portavoce di Matteo Salvini, che dice in inglese: "Noi vogliamo cambiare l'Europa. Una nuova Europa deve essere vicina alla Russia, come era prima, perché noi vogliamo la nostra sovranità". Al tavolo, nell'incontro che dura oltre un'ora, oltre al leghista, ci sarebbero altre cinque persone, tra russi e italiani.Al centro della discussione ci sarebbe una fornitura di carburante. Un'importante società petrolifera russa avrebbe venduto 3 milioni di tonnellate di carburante a Eni, azienda che smentisce qualsiasi coinvolgimento, per il valore di 1,5 miliardi di dollari. Il diesel sarebbe stato venduto dalla major russa con uno sconto minimo del 4 per cento sul principale prezzo di riferimento del settore. Su richiesta dei russi, le parti si sarebbero accordate su uno sconto maggiore, ipotizzando un 6 per cento. Con la promessa che tutto quanto superiore al 4 per cento sarebbe stato restituito ai russi. E proprio nella promessa di un presunto guadagno per i russi che si annida l'indagine per corruzione internazionale.L'operazione ha un'architettura complessa - con tanto di intermediari e una banca coinvolta - e un obiettivo preciso: da questa transazione, secondo BuzzFeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari finiti nelle casse della Lega. L'indagine milanese è ancora nella fase embrionale, sono state sentire alcune persone ma su nomi il riserbo è massimo.