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Mafia: teste poliziotto, 'Nessuno ha istruito Scarantino, io etichettato criminale di Stato' (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - Poi, ricorda anche la colluttazione tra Scarantino e Mario Bo, avvenuta il 27 luglio 1995. "Abbiamo dovuto ammanettarlo per farlo stare tranquillo, la moglie e i figli hanno assistito alla scena. Abbiamo chiesto a un collega della vigilanza esterna di darci delle manette per farlo stare tranquillo - dice - io ero armato, anche Mario Bo, forse, ma la pistola non è mai stata tirata fuori. Con Scarantino c'era sempre stato un rapporto molto corretto". E alla domanda del pm Luciani spiega di non avere fatto "alcuna relazione di servizio". Poi, rispondendo ancora alle domande del pm Luciani, ha ricordato un altro episodio: "Una volta sola il falso pentito Vincenzo Scarantino mi disse che aveva paura di non essere creduto e io gli risposi 'Se tu stai dicendo la verità, non devi avere paura'. Quella è stata l'unica volta". E ha ricordato delle volte in "cui giocavamo a carte, anche se con il senno di poi mi sono pentito perché non dovevamo avere questa confidenza". L'ultima domanda del pm Stefani Luciani riguarda la presenza del telefono a casa di Vincenzo Scarantino. "Sa se aveva un telefono a casa?". E il poliziotto: "Ricordavo di no, ma poi ho saputo che c'era, l'ho appreso da notizie di stampa". Mentre in altri interrogatori aveva detto che Scarantino non avesse un telefono.

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