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Migranti: 'torture e stupri in Libia', le vittime denunciano gli aguzzini, tre fermi/Adnkronos (4)

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AdnKronos
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(AdnKronos) - In un altro racconto un testimone dice che nel campo c'era un "container dell'Oim" e che un libico "che indossava la casacca dell'Oim, era vicino a un altro uomo con le stellette". Ma Flavio Di Giacomo, portavoce dell'Oim, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, la principale organizzazione intergovernativa in ambito migratorio, smentisce questa affermazione e spiega: "Nel campo di Zawyia, in Libia, non abbiamo dei container dell'Oim. L'unico container in Libia lo abbiamo in un centro a Tripoli per i casi di Tbc, ed è molto vicino al container dell'Unhcr. Tutta questa storia stona un po'...". E dice che "i nostri uomini nei campi non stanno vicino a chi ha le 'stellette'" ma sottolinea anche che "chiederà informazioni sulla vicenda dell'uomo con la casacca". Le vittime sentite dagli inquirenti sono arrivate lo scorso luglio a bordo della barca 'Alex&Co' di Mediterranea Saving Humans. A bordo c'era pure Alessandra Sciurba, la portavoce. "Ricordo ognuna delle persone che abbiamo salvato con la barca a vela Alex & Co.: mentre le autorità ci lasciavano per 50 ore in 70 persone su una barca di 18 metri a rischio di affondare in mezzo al mare, siamo sopravvissuti solo grazie alla dignità di quei ragazzi, di quelle donne, di quei bambini che avevano tutti i numeri addosso impressi dagli aguzzini libici. La dignità di queste persone oggi si rivela un coraggio straordinario: quello di avere denunciato i loro torturatori", dice all'Adnkronos Alessandra Sciurba, commentando i tre fermi per tortura e sequestro di persone della Squadra mobile di Agrigento. "Ricordo un ragazzo che prima di sbarcare mi ha raccontato di suo fratello, ucciso davanti a lui e in diretta telefonica con i genitori rimasti a casa, perché l'estorsione fosse più convincente- racconta - Questo succede nei lager libici: come ha detto il Procuratore Patronaggio si tratta di crimini contro l'umanità, quelli che Mediterranea denuncia da quando esiste. Crimini che vedono complici l'Italia e l'Europa, perché commessi in centri governativi in Libia da persone in divisa, direttamente legate alle forze che l'Italia finanzia". Le vittime adesso sono al sicuro. E i loro aguzzini sono finiti in carcere.

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