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Mafia: depistaggio Borsellino, il pm a Scarantino 'Prepariamo la deposizione'/Adnkronos

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AdnKronos
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Palermo, 5 dic. (Adnkronos) - (di Elvira Terranova) - "Scarantino, iniziamo un lavoro importantissimo che è quello della sua preparazione alla deposizione al dibattimento... mi sono spiegato, Vincenzo... si sente pronto lei?...". E' l'8 maggio del 1995 e il pm Carmelo Petralia, che all'epoca coordinava l'inchiesta sulla strage di via D'Amelio, parla al telefono con l'ex 'picciotto' della Guadagna Vincenzo Scarantino, che da poco aveva deciso di collaborare con la giustizia. Una collaborazione che poi si è rivelata fasulla. La conversazione tra il magistrato e Scarantino è adesso finita agli atti del processo sul depistaggio sulla strage Borsellino che vede imputati tre poliziotti, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, accusati di concorso in calunnia aggravata dall'aver favorito Cosa nostra. Il pm Petralia, aggiunto a Catania, è adesso indagato per concorso in calunnia aggravata con l'altro pm, Annamaria Palma, che coordinò l'indagine dopo la strage. Nella conversazione intercettata e trascritta dagli uomini del Ros di Messina, Petralia dice ancora a Scarantino: "Sicuramente ci sarà anche il dottor Tinebra - gli dice riferendosi all'allora procuratore di Caltanissetta - quindi tutto lo staff delle persone che lei conosce. E lei potrà parlare con Tinebra, con La Barbera di tutti i suoi problemi, così li affrontiamo in modo completo". Poco prima Petralia dice a Scarantino, come si legge nelle trascrizioni delle bobine depositate al processo depistaggio sulla strage Borsellino di cui l'Adnkronos è in possesso: "Ci dobbiamo tenere molto forti perché siamo alla vigilia della deposizione". Sono in tutto 178 le pagine con le trascrizioni delle bobine con le voci del falso pentito con i magistrati, i poliziotti e i familiari, registrate tra il dicebre del 1994 e il luglio del 1995 quando Scarantino era a San Bartolomeo al Mare, in Liguria, con la sua famiglia. Ma anche a Pianosa, in carcere. Per la prima volta si conosce integralmente il contenuto delle trascrizioni. Frasi fino ad oggi inedite del falso pentito Vincenzo Scarantino, che con le due dichiarazioni ha fatto condannare degli imputati innocenti per la strage di Via D'Amelio. Dialoghi telefonici con il pm Annamaria Palma, ad esempio, e il pm Carmelo Petralia. Oppure con Mario Bo, uno dei funzionari di Polizia sotto processo. E tante telefonate con i suoi familiari. Lamentele sulla gestione del collaboratore, si autodefinisce, ad esempio "uno spione di questura" e "non un collaboratore". In una telefonata, ancora, Scarantino dice alla pm Palma che ha "paura di andare a Genova" per un interrogatorio. Ma "la sua interlocutrice - scrivono i carabinieri nella trascrizione - lo rassicura in merito alla sicurezza dei trasferimenti che dovrà effettuare ma Scarantino le spiega che ci sono delle persone che dovrà incontrare che a lui non piacciono, specificando, a domanda, che non si tratta della dottoressa (Sabatino ndr) bensì di individui che sono in quell'ufficio".

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