(Adnkronos) - "Quei carabinieri -ha proseguito Pacifici- decisero di non piegarsi a costo della vita e scelsero in 2.500 la deportazione per non stare dalla parte sbagliata della Storia. Forse, furono deportati perche' potevano essere d'intralcio all'occupazione nazista. Ed e' singolare che cio' avvenne pochi giorni prima del rastrellamento degli ebrei romani il 16 ottobre del 1943". "Ma oggi -ha proseguito il presidente della Comunita' Ebraica di Roma- non ricordiamo per piangere e commuoverci davanti al loro atto eroico, bensi' per trasmettere ai giovani i valori dell'uguaglianza e della solidarieta'. I carabinieri sono da sempre uomini che si sacrificano in nome della liberta' e per questo approfitto dell'occasione per mandare un commosso saluto ai familiari dei caduti a Nassiriya: a loro, in questa giornata di ricordo, rivolgiamo un devoto saluto". Pacifici ha quindi ringraziato il Comandante Gallitelli "a nome di tutta la Comunita Ebraica anche per l'attivita di protezione che continuate ad offrirci, seppur in un momento cosi' difficile per l'Italia".



