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Festival: a Genova la globalizzazione e' nel piatto con 'I tempi del cibo' (2)

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(Adnkronos) - Al centro dell'iniziativa genovese emergono le questioni legate all'evoluzione e al piacere del gusto, con un'attenzione particolare alla sostenibilità ambientale, in linea con l'Expo 2015. "Bisogna anche rilevare - aggiunge Sassoon - che l'invasione di alcuni cibi italiani è stata un'operazione che non hanno condotto soltanto gli italiani. Una delle più grandi catene di pizza al mondo, Pizza Hut, è americana". Non solo. Sassoon rimarca anche che "la catena più importante che vende il caffé espresso e il cappuccino, è 'Starbucks' di Seattle. La commercializzazione mondiale del cibo, anche di quello nazionale, è stata realizzata dagli americani". Il Festival "partirà dalla rivoluzione agricola di 10mila anni fa -spiega il curatore- Ospiteremo un esperto cinese che ci parlerà dell'enorme importanza che ha il cibo nella loro cultura tradizionale. Il cibo è centrale in quasi tutte le religioni e, tra esse, in particolare in quelle musulmana ed ebraica". Un valore rituale che si ritrova anche nella festa americana per eccellenza, quella del Thanksgiving. Una ricorrenza le cui origini sono cristiane ma che via via ha assunto una caratterizzazione secolare, tanto da "unire tutti gli americani al di là della religione. Ebbene - ricorda Sassoon - in quel giorno si mangiano sempre le stesse cose, e soprattutto il tacchino". Non è un caso, dunque che il Festival studierà il cibo anche sotto il profilo religioso: il teologo Vito Mancuso proporrà la conferenza 'Nutrire il corpo, nutrire l'anima', mentre Sami Zubaida, docente emerito di Scienze politiche e sociologia a Londra, affronterà il tema 'Il proibito e il rituale. Le religioni e il cibo'. (segue)

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