Archeologia: 'Venezia e la via della seta', storia di una scoperta a Palazzo Ferro Fini
Venezia, 9 feb. - (Adnkronos) - Più che una mostra è la storia di una scoperta: dopo tre anni di scavi, finanziati dal Consiglio regionale del Veneto, è riemerso dal deserto turkmeno a est del mar Caspio, il più antico sito paleocristiano nel cuore dell'Asia centrale, identificato dagli studiosi come antico monastero di rito nestoriano, oasi di ristoro e di appoggio per gli antichi veneziani che andavano e venivano da Merv, ricca metropoli del mondo arabo-medievale. Palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, restituisce ai veneti con i reperti e le immagini esposte nella mostra "Veneti in oriente" il sapore e l'orgoglio di una scoperta affascinante, resa possibile dalla missione archeologica guidata dell'archeologo veneziano Gabriele Rossi Osmida, con il contributo della Presidenza del Consiglio veneto (45 mila euro in tre anni). "Il recupero dell'antico monastero di rito nestoriano di Haroba Kosht (letteralmente "castello in rovina") - ha spiegato lo stesso Rossi Osmida presentando la mostra insieme al presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato e al vicepresidente Matteo Toscani - rappresenta la prova archeologica che gli antichi veneziani avevano il monopolio degli scambi commerciali nel cuore dell'Asia ai tempi delle prime Crociate e che la 'via della seta' era la strada della globalizzazione nel mondo medievale già prima dei Polo". (segue)