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Sorgenia, a rischio l'azienda di De Benedetti

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Ignazio Stagno
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Soldi in cassa non ce ne sono più. Sorgenia ha finito la liquidità. La società elettrica dei De Benedetti aveva ossigeno fino alla fine di marzo. Così ieri Cir, la holding della famiglia che la controlla al 39%, ha dovuto spiegare alla Consob come intende operare per il futuro. Sorgenia è sempre più vicina alle banche. La società infatti è alle prese con una maxi ristrutturazione del debito da 1,9 miliardi e potrebbe passare presto sotto il controllo degli istituti di credito. Tra le banche che potrebbero rilevare Sorgenia c'è anche Mps che vanta 600 milioni di credito con De Benedetti.  A seguire ci sono da Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca, Banco Popolare, Ubi Banca, Bpm. Il piano - Da non dimenticare, la Cassa depositi e prestiti a cui il gruppo deve direttamente 37 milioni. Così dopo aver atteso invano, gli istituti bancari sono pronti a dare il via ad un'azione di forza per fare scattare una massiccia conversione del debito in azioni. L'operazione, come è accaduto già nel caso Risanamento, consegnerebbe alle banche il controllo della società. A metterlo nero su bianco è la stessa Cir: le banche creditrici stanno lavorando a "un'operazione alternativa sul debito - spiega su richiesta di Consob - implementabile anche nel caso in cui gli azionisti non intendessero partecipare alla manovra di ristrutturazione finanziaria". Insomma l'impero dell'Ingegnere comincia a scricchiolare e ora il comando delle operazioni ce l'hanno le banche...

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