Tfr, il piano del governo per convincere le imprese
Matteo Renzi non molla. Nonostante le chiusure di una parte del Pd il premier annuncia che dal 2015 il Tfr sarà nelle buste paga. "Quelli del Tfr - dice - "sono soldi dei lavoratori" e "come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del Tfr andassero subito in busta paga. Questo si tradurrebbe in un raddoppio dell'operazione 80 euro". Il piano segreto - Ma esiste anche un piano segreto che eviterebbe il salasso per le imprese già con problemi di liquidità. A erogare il trattamento di fine rapporto potrebbero esser ele banche e la cassa depositi ei prestiti. Non c'è nulla di ufficiale, ma circolano insisteti le voci sulle intenzioni del premier che sarebbe intenzionato a introdurre la volontarietà. E il versamento del Tfr in un'unica soluzione nel mese di febbraio e pari a una mensilità a chi lo chiede. Non è tassata in Irpef ma in regime separato, come il Tfr. Si pagherebbe così un 23-25% quasi la metà rispetto all'aliquotda dell'imposta sui redditi. Una quattordicesima mensilità che avrebbe come svantaggio il fatto di non essere rivalutata come il tfr di fine carriera. Renzi pensa all'istituzione di un fondo per il Tfr che eviti alle imprese la rinuncia di un'importante fonte di finanziamento. Gli economisti di Palazzo Chigi hanno voluto trovare un soluzione che non penalizzi soprattutto le aziende sotto i 50 dipendenti che hanno ancora le quote di Tfr dei loro dipendenti. Due le ipotesi sul campo; un fondo ad Hoc con Cassa depositi e prestiti o una convenzione con gli istituti di credito. La volontarietà Il perno più importante della riforma riguarda la volontarietà: ciascun lavoratore sceglierà se ricevere l'anticipo del Tfr maturato nell'anno precedente. Potrà anche scegliere se trasferire in un'unica tranche, a febbraio appunto, nella busta paga tutto l'ammontare maturato nell'anno precedente oppure distribuirlo nell'arco dei dodici mesi. Per ora restano fuori dall'operazione i dipendenti che hanno già deciso di destinare il proprio tfe a un fondo pensionistico integrativo. In questo modo per le aziende non cambierebbe nulla. Nel meccanismo suggerito dai tecnici l'erogazione verrebbe finanziata da un apposito fondo anticipo Tfr costituito da banche e Cdp.