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Conti correnti sempre più cari, ecco come risparmiare

Nicoletta Orlandi Posti
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Mentre i prezzi al consumo scendono, i costi dei depositi bancari aumentano. Secondo uno studio pubblicato dal Corriere Economia sono addirittura cresciuti in meno di due anni del 5,4% alla media stellare di 363,47 euro. Lo studio, realizzato dall'Università Bocconi, mette a confronto dieci banche: "Si vedono per lo più aumenti, anche se di entità non importante", spiega il rettore Stefano Caselli che ha seguito l'analisi. "Chi è intervenuto ha aumentato in genere i costi per le operazioni e mantenuto costanti le spese fisse, in particolare si sono toccati i costi dei bonifici, ma anche righe di scrittura e assegni". Forbice larga - Entrando nel dettaglio si vede che in alcuni casi i costi sono stati ritoccati di pochi euro, in altri l'aumento è stato sostanzioso come in Cariparma (20,60% in più, ovvero 450 euro l'anno). La Banca Popolare di Milano ha aumento i costi del 4,97% (286,21 euro l'anno rispetto ai 272 del gennaio 2013); il Credem ha alzato i prezzi da 250,22 a 309,67 (il 26% in più); la Banca popolare dell'Emilia Romagna è passata da 703,88 euro del gennaio 2013 a 754,75 (7,35% in più); il Monte dei Paschi di Siena ha applicato un rincaro del 5,4% e il conto corrente ordinario ora costa 311 euro l'anno.  Ovviamente ci sono anche istituti di credito che non hanno applicato nessun aumento e altri che addirittura hanno abbattuto i costi come la Banca Popolare di Bergamo che fa pagare il conto corrente 273,18 euro (il 6,22% in meno rispetto al 2013) o Intesa San Paolo che ha praticato uno sconto del 10,61% facendo pagare ai clienti 241,20 euro. Tanto comunque, per un prodotto che rende zero o quasi. Il rendimento medio dei depositi ordinari è infatti dello 0,01%, e nonostante quest'anno il tasso passivo sia sceso quest'anno al 18% (dal 20% che era a gennaio dell'anno scorso) la forbice tra quanto le banche remunerano i soldi che raccolgono dai clienti e quanto invece fanno pagare ai clienti il denaro che prestano resta molto larga. Pacchetti e investimenti - Dallo studio emerge chiaramente che i conti ordinari sono quanto di più caro c'è sul mercato. Meglio i depositi a pacchetto, convenzionati. Lì i prezzi si riducono a un terzo, ma gli aumenti restano. Chi si affida agli investimenti deve tener conto che a fronte di un investimento di 10 mila euro con la banca se ne pagano 233 tra diritti di custodia, commissioni di compravendita e bollo. Risultato: per andare in attivo il portafoglio deve rendere almeno il 2,3% netto. Cosa molto difficile con questi mercati...

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