Cerca
Logo
Cerca
+

Legge di Stabilità, Padoan: "Rispetteremo i patti con l'Ue". Da Bruxelles voci di possibile bocciatura

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

La manovra di Renzi è a rischio bocciatura da parte dell'Unione europea. Spifferi minacciosi arrivano da Bruxelles, dove la Commissione dovrà valutare da giovedì la legge di stabilità che il Consiglio dei ministri approverà nelle prossime ore. A preoccupare i vertici comunitari è soprattutto il rinvio del pareggio di bilancio di un anno, al 2017, già annunciato dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Il governo italiano si sarebbe già detto disponibile a trovare altri fondi (si parla di 2,5 miliardi di "riserve") e aumentare la correzione di pochi decimi per arrivare a quell'aggiustamento strutturale del deficit dello 0,7% del Pil richiesto dall'Europa. Se resterà lo scarto dello 0,5 attuale, stando almeno alle indiscrezioni del Def, il documento italiano dovrà passare una "seria valutazione". Che è un po' come un cartellino giallo, anzi arancione, sventolato preventivamente sotto al naso del premier Matteo Renzi. Orellana e Calderoli salvano Renzi - Padoan nel frattempo ha cercato di dare rassicurazioni a Bruxelles sulla manovra da 30 miliardi promessa lunedì dal premier. "Non c'è nessuna divergenza tra di noi", ha spiegato il ministro, secondo cui "l'Italia manterrà il rapporto deficit/Pil al di sotto del 3%, rispettando le regole europee". Al termine dell'Ecofin ha anche confermato che l'aggiustamento del deficit per quest'anno è limitata allo 0,1% e che il pareggio di bilancio slitta al 2017. Proprio su queste basi, però, nasce l'inquietudine nei vertici Ue. Nota "politica". Al Senato in serata è arrivato il sì al Def sul pareggio di bilancio rinviato di un anno: 0 astenuti, 93 voti contrari e 161 voti favorevoli, maggioranza tonda tonda. Un voto di meno e sarebbero stati guai seri per il governo. A conti fatti, due voti sono stati decisivi: quelli del leghista Roberto Calderoli e dell'ex grillino Luis Orellana. Renzi sa chi deve ringraziare. Moody's: "Nel 2015 crescita marginale" - E alla vigilia del CdM l'agenzia di rating Moody's ha tiepidamente promosso le riforme dell'esecutivo, confermando il rating Baa2 sull'Italia riconoscendo la "accelerazione degli sforzi sulle riforme e alla tenuta dei conti pubblici che compensano l'impatto del ricaduta in recessione". Proprio in virtù di questa recessione, però, Moody's parla di dati economici "deludenti che riflettono sia la debolezza dell'Italia sul lato della domanda sia i perduranti impedimenti strutturali alla crescita". Di positivo c'è una "solida posizione di bilancio", maturata negli ultimi anni, che potrebbe permettere di superare indenni le prossime tormentate stagioni. Moody's stima che l'economia italiana "si contrarrà dello 0,3% nel 2004 prima di crescere marginalmente dello 0,5% nel 2015". Crescita "marginale", appunto: altro che ripresa.  

Dai blog