Veneto: Unioncamere, dai cinesi un tesoretto nascosto da 113 mln euro
Venezia, 19 dic. (AdnKronos) - Un tesoretto di 113 milioni di euro che manca all'appello della contabilità delle famiglie cinesi in Veneto. La cifra mette in luce una realtà economica nascosta se si pensa come, in Veneto, la contraffazione parli prevalentemente cinese (due/terzi dei prodotti sequestrati sono cinesi). Il dato emerge dal rapporto 'I conti che non tornano. Un bilancio della presenza cinese in Veneto', curato dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto e presentato stamattina presso la Camera di Commercio di Padova da Fernando Zilio, presidente di Unioncamere del Veneto, Elena Donazzan, assessore all'Istruzione, alla Formazione e al Lavoro della Regione Veneto, ed Antonio Selvatici, giornalista d'inchiesta autore de “Il libro nero della contraffazione”. La presentazione dello studio è stata preceduta da una visita dell'assessore Donazzan e del presidente Zilio al Centro Ingrosso Cina, in zona industriale a Padova. A livello regionale la comunità cinese sembrerebbe rappresentare più un beneficio che un costo. La bilancia economica mostra come le entrate pubbliche generate dai cinesi (tasse pagate, contributi previdenziali, Iva sui consumi, bolli auto) superino le uscite che lo Stato o gli Enti Locali mettono a disposizione della comunità cinese (spese per istruzione, sanità, previdenza, carceri, politiche di integrazione e di contrasto): 137 milioni di euro in termini di "entrate regolari", 124 milioni di "uscite regolari" con un avanzo di quasi 13 milioni di euro.