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Il "buco" pensioni e il retroscena sui renziani

Giuliano Amato

Lucia Esposito
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E' stato il gruppo filogovernativo capeggiato da Giuliano Amato a mettersi di traverso, a impuntarsi per il no radicale. Durante la discussione del ricorso contro la Fornero, si legge in un retroscena de Il Giornale, si era profilata la possibilità di trovare una scappatoia per evitare di pagare tutti gli arretrati: si sarebbe potuto affermare il principio costituzionale, ma solo per il futuro, non ordinando cioè il rimborso delle somme tagliate in passato. Ma appunto i filogovernativi hanno non hanno accettato certi di vincere e invece hanno perso. Per un solo voto il fronte renziano è finito in minoranza con il risultato che adesso le casse dello Stato dovranno sborsare una cifra record per gli arretrati che si sta calcolando in circa dieci miliardi. Nel retroscena di spiega come, nella discussione di pochi fa la relatrice Silvana Sciarra si era subito schierata per la bocciatura del taglio alle pensioni dovuto al blocco delle rivalutazione legata all'aumento dell'inflazione, ma il gruppo legato ad Amato si è opposto: voleva che il ricorso fosse respinto in toto. La "via di mezzo" poteva essere quella di accogliere solo uno dei due quesiti del ricorso: quello che contestava il fatto che gli effetti del provvedimento diventassero permanenti fermandoli al 2015. In questo modo di sarebbero rispettati gli articoli della Costituzione 36 e 38 e allo stesso tempo non si sarebbe provocata una voragine nei conti pubblici

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