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Pensioni, il governo non vuole pagare gli scatti

Nicoletta Orlandi Posti
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Enrico Zanetti parla chiaro. Al punto che, senza girarci troppo intorno, ha rivelato punto per punto la nuova fregatura che il governo di Matteo Renzi sta per servire ai pensionati. La soluzione al blocco degli adeguamenti delle pensioni da 1.405 euro in su - blocco cassato dalla Corte costituzionale - è un altro provvedimento probabilmente illegittimo ed è l'ennesima mazzata per gli italiani. Il sottosegretario all'Economia, per la verità, è convinto che l'intervento non sarà un blitz fuori legge e ha ufficialmente confermato quanto ventilato nei giorni scorsi: palazzo Chigi vuole rimborsare solo chi percepisce pensioni molto basse. La questione riguarda 6 milioni di soggetti che dal 2012 non hanno visto crescere l'assegno Inps con l'inflazione. Il giro di vite, introdotto con la riforma Fornero del governo Monti, è stato dichiarato incostituzionale il 30 aprile dai giudici di palazzo della Consulta. Di qui la necessità, per l'attuale esecutivo, di correre ai ripari. La faccenda vale dai 10 ai 16 miliardi, stando ai calcoli circolati in questi giorni. I conti pubblici - quelli dell'Inps in particolare - salterebbero per aria. Dunque bisogna circoscrivere i rimborsi, secondo Zanetti. «È impensabile» che si restituiscano i soldi ai pensionati «che prendono 3.500-4.000 euro al mese, quando si è chiesto ai giovani di passare al sistema contributivo e ai quasi pensionati di spostare in avanti l'età per andare in pensione. Sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte». La Uil ha calcolato quanto dovrebbe tornare nelle tasche dei cittadini. Se, a esempio, si decidesse di fissare i rimborsi per i redditi mensili lordi tra 1.500 euro e 2.500 euro circa, i pensionati a esserne interessati sarebbero 4,3 milioni, mentre altri 1,7 milioni di soggetti non avrebbero alcun rimborso. Nel dettaglio, per il 2012 e il 2013 - il rimborso per una pensione che nel 2011 era di 1.500 euro lordi, quindi appena superiore alle tre volte il minimo, dovrà partire da 2.540 euro per i due anni di blocco e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. Nello specifico dovrà riavere per l'anno 2012 circa 530 euro e circa 1.008 euro sia per l'anno 2013 che per l'anno 2014 (su queste somme dovranno essere applicati anche gli interessi maturati). Avrà così una rivalutazione di 85 euro circa al mese dal 2013 in poi. La Uil calcola il recupero dell'inflazione al 3% nel 2012 e al 2,6%, sulla base della previsione dell'Inps, nel 2013, quando però quella reale si è attestata all'1,2%. Calcoli simili li fa la Cgia di Mestre. A confermare l'opzione ristretta è stato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: «Stiamo pensando intensamente sia agli aspetti istituzionali sia di finanza pubblica». Per ora non sono noti i dettagli del decreto, che arriverà nelle prossime settimane, magari dopo il voto di fine maggio per i consigli regionali. Il tema è delicato e in cabina elettorale potrebbe il blitz potrebbe avere un peso specifico. Fonti del governo hanno fatto sapere che a palazzo Chigi non c'è urgenza. Di sicuro, come ha chiarito pure Zanetti, il tesoretto da 1,7 miliardi previsto dall'ultimo Documento di economia e finanza è andato: «Ci siamo giocati parecchio di più». Restano i dubbi su una nuova denuncia alla Corte costituzionale. La tesi che circola fra i tecnici del governo, tuttavia, è più o meno questa. «Non rimborsare» tutti è una soluzione «compatibile con la sentenza della Corte» e comunque «quello dei rimborsi è un falso problema, perché è difficile che qualcuno faccia ricorso per 1.500 euro accollandosi le spese». La Corte ieri ha chiarito informalmente che la sentenza è autoapplicativa e i ricorsi non sono necessari ma utili. Il governo, però, scommette sul fatto che i pensionati non avranno fondi a disposizione per pagare avvocati e spese di giudizio. È la legge del più forte. A Renzi piace così. di FRANCESCO DE DOMINICIS twitter@DeDominicisF

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