Matteo Renzi alza il limite del contante a tremila euro
Triplicherà il limite all' uso del denaro contante, da 1000 a 3000 euro. Questa l' annunciazione, fatta da Matteo Renzi, dai microfoni di Rtl 102.5. Nella stessa occasione ha detto che, dopo avere posticipato l' anticipo pensionistico, il governo s' affretterà a vararlo. Insomma: visto che nella legge di stabilità non ci sarà quel che s' annunciò ci sarebbe stato, si rimedia annunciando quel che non era stato ancora detto. Almeno non ci si annoia. Aumentare la libertà nell' uso del contante è un fatto positivo. Il governo s' è deciso in tal senso perché, dice Renzi, così si dà un «aiuto ai consumi». Cerchiamo di non essere ipocriti e di non cambiare il nome alle cose, nella speranza di cambiarne il significato: triplicare il valore di un singolo pagamento in contanti significa sperare che meno controlli e meno paure inducano più spese, anche mettendo nel conto un certo grado di evasione fiscale. Non a caso Vincenzo Visco, coerentemente, sostiene che non si sarebbe dovuto triplicare il tetto, ma dimezzarlo. Se guardi alle transazioni come fonte di gettito, si dovrebbe anche eliminarli i soldi, sostituendoli con sistemi sempre tracciabili. Se guardi agli scambi come fonte di ricchezza (a sua volta fonte di gettito), puoi invece essere meno occhiuto e invasivo, lasciando che la libertà faccia la sua parte contro la miseria. Quali sono, del resto, i consumi che lambiscono quella cifra? Non certo quelli al supermercato, che non riesci a far stare tutto in un carrello. Inoltre quelle casse sono le meglio attrezzate, nell' accettare carte variamente di pagamento. A 3000 arrivi pagando lavori in casa, forniture direttamente dai produttori, acquisti di beni più impegnativi. Tutta roba, insomma, che strizza l' occhio a una possibile transazione in nero: tu mi paghi in bigliettoni e io ti faccio uno sconto ulteriore, risparmiando sul lato fiscale. Scandalizzati nel sentirlo dire? Segno che l' ipocrisia galoppò. Il Paese europeo con la più alta evasione fiscale è, ragionevolmente, la Germania, che non ha limiti all' uso del contante e non è solita pubblicare statistiche autoflagellanti (semmai tende a barare al contrario, come si dimostra nelle loro banche e nelle loro case automobilistiche). Non sono dei debosciati, ma dei realisti: lasciando correre fluidificano il mercato interno, tanto poi si rifanno quando il denaro viene riutilizzato (il falegname pagato in nero compra un nuovo televisore e paga l' iva). Né sono complici degli evasori, perché quando li beccano (e non per le caramelle) gliela fanno pagare. Noi, invece, proibiamo tutto e puniamo raramente e marginalmente. Se questo è lo scenario e queste le scelte possibili, perché attestarsi alla "media europea"? Ovvero il nuovo limite, così come definito dal governo. Quella media non esiste ed è un non senso. Capirei la richiesta di fissare un tetto comune, cosa che avrebbe più di un pregio, ma in assenza di quello non esiste una media. In un sistema ispirato alla ragionevolezza la spinta all' uso delle transazioni elettroniche dovrebbe venire dalla convenienza. Sono più sicure, questo lo sappiamo già, ma sono anche onerose. Sia per chi paga che per chi incassa. Va difeso il diritto a usare i propri soldi senza che altri posano sapere di una determinata transazione (vuoi per vizio o per beneficenza), ma questo dovrebbe incorporare uno svantaggio, invece risulta anche più conveniente. La retta via consiste nella diffusione di tutti i sistemi di pagamento, in concorrenza fra loro. Allora, perché, nella legge fraudolentemente intitolata alla concorrenza, s' è posto un limite ridicolo ai pagamenti con il telefono cellulare? In fondo la sim che contengono ha un grado d' identità e sicurezza superiore alle carte di credito, tanto che queste ultime usano gli sms come garanzia per i propri clienti. Il problema sta dietro, nel fatto che il gestore telefonico non è una banca, ma ci sono vari mezzi per risolverlo, ove non si debbano servire le rendite esistenti, senza ricorrere al più rozzo dei rimedi: proibire. di Davide Giacalone