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Mario Draghi ti regala 1.300 euro. Direttamente sul conto: ecco quando

Andrea Tempestini
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«Possibili forti perturbazioni sui cieli finanziari dell'Eurozona: non si escludono precipitazioni fino a 1.300 euro pro-capite». Questo potrebbe essere, in un futuro non lontano, l'annuncio del meteo-Borsa che darà così l'avvio della «politica dell'elicottero», cioè la distribuzione di moneta sonante dalle banche centrali alle tasche dei cittadini. Quattrini piovuti dal cielo, come la manna biblica. Più o meno con lo stesso obiettivo: nutrire la ripresa, finora refrattaria agli stimoli profusi dalle banche centrali. Una scelta rischiosa, che finora nessuno ha osato tradurre in pratica. Ma è altrettanto vero che fino ad oggi nessun banchiere centrale si è trovato di fronte ai problemi che minacciano da vicino il futuro stesso dell'Unione europea. Un pericolo che Mario Draghi ha già segnalato nella sua drammaticità: «Si pongono interrogativi riguardo alla direzione in cui andrà l'Europa e alla sua capacità di tenuta a fronte di nuovi shock». E così, parlando a Washington a margine del Fondo Monetario, il banchiere ha sottolineato che è necessaria «un'azione determinata dei governi» con «politiche fiscali più orientate alla crescita, dando la priorità agli investimenti pubblici e alla riduzione delle tasse sul lavoro». E se i governi non si muovono, la banca centrale è pronta ad azionare l'arma del denaro a pioggia, invadendo il terreno della politica fiscale. IL BLOCCO TEDESCO Di tutto questo non si parlerà nel direttorio della Bce di mercoledì prossimo, l'ultimo prima che decollino i nuovi prestiti Ltro che le banche dovrebbero girare alle imprese per riattivare il ciclo dello sviluppo. La misura è senz'altro positiva, così come lo sono gli acquisti «rinforzati» dei titoli di Stato (da 60 a 80 miliardi mese). Ma non è sufficiente a riattivare la cinghia di trasmissione Bce-banche-famiglie/imprese per far arrivare i quattrini all'economia. Il motivo? Più d'uno, ma tra questi spicca l'atteggiamento della Germania che, incurante delle regole, vanta ormai un surplus commerciale del 9,1% del prodotto interno lordo generando risparmi che non si traducono in investimenti. MENO TASSI, MENO TASSE Ma se i canali tradizionali non funzionano, l'alternativa è una sola: far arrivare direttamente i soldi in tasca ai cittadini, aggirando l'intermediazione delle banche. Ma come fare? La via più semplice ed efficace è quella di dar più soldi ad imprese e cittadini tagliando le tasse. In questo modo ovviamente si manderebbero in soffitta i parametri di Maastricht e tutti gli impegni in materia di austerità presi in base alla ricetta tedesca. Nel breve il risultato sarebbe un immediato aumento del debito pubblico (in attesa che la ripresa di investimenti ed entrate fiscali abbattano il deficit come è avvenuto in Usa). Ma a sostenere il passivo di Stato ci penseranno gli acquisti di Bot e Btp da parte delle banche centrali. Un fenomeno già in atto, in forma strisciante, visti gli acquisti del Quantitative Easing condotti dalla Bce attraverso le banche nazionali. Ma da perseguire con un obiettivo esplicito: meno tasse per i cittadini e le imprese secondo la ricetta che l'economista Adair Turner ha descritto in uno studio presentato al Fondo Monetario: «L'Helicopter money, con cui intendiamo un aumento dei deficit di bilancio, può in alcune circostanze essere l'unico modo per stimolare la domanda nominale, e può portare con sé meno rischi per la futura stabilità finanziaria rispetto alle politiche tradizionali». Ma, aggiunge, «sarà una politica efficace solo se siamo certi che si trasformerà in un aumento della produzione reale e se riteniamo che un aumento del tasso di inflazione è di per sé desiderabile». SOLDI SUBITO Secondo i calcoli di Nordea, la prima banca scandinava, la Bce potrebbe permettersi di stanziare 444 miliardi euro per la distribuzione di liquidità direttamente ai consumatori. Tenendo conto che nella zona euro gli abitanti sono 340 milioni, si tratterebbe di 1.300 euro a testa. Un bel regalo che potrebbe essere fatto in contanti o acquistando titoli di Stato direttamente all'emissione e non sul mercato secondario come avviene oggi. E per evitare che la politica dei tassi negativi inneschi una corsa alla liquidità da parte dei risparmiatori, le banche centrali potrebbero decidere di passare a una fantasy monetary policy: stampare denaro per finanziare tagli di tasse allo scopo di uscire dalla spirale deflazionistica. Sarebbe una mossa disperata, un po' come aprire le chiuse di una diga per evitare il crollo. Ma l'Unione europea di oggi assomiglia a una diga che rischia di crollare sotto il peso delle pressioni interne ed esterne mentre i leader discutono del colore delle porte. di Ugo Bertone

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