Prelevi col Bancomat? Sono guai. Fisco, la frase che scatena il panico
«Spesso si considera reddito un patrimonio che deriva da cause diverse e non è per forza frutto di evasione fiscale. Lo sa che oggi se lei preleva 500 euro dal Bancomat possono essere considerate un reddito e dunque tassate? Bisogna andarci con i piedi di piombo». Rossella Orlandi, direttore dell' Agenzia delle Entrate è il volto buono del fisco. O almeno si sforza di esserlo. Ci prova. Assicura - in un' accomodante intervista a Repubblica di ieri - che da adesso in poi si cambia (a dir la verità lo avevano promesso anche i suoi predecessori): basta dare il cordoglio a milioni di lavoratori dipendenti, pensionati e giovanotti alle prese con le detrazioni per le spese universitarie incrociate con i voucher. Caccia vera ai grandi evasori, invece. Bene, se non fosse per la citazione del prelievo da 500 euro che rischia di essere considerato reddito, quindi da tassare, quindi da sanzionare. Di buona mattina - letto l' articolo - professionisti e imprenditori cominciano ad agitarsi. Il caffè del mattino diventa acido nello stomaco: e scattano le telefonate. Il centralino di Libero ne intercetta diverse di telefonate allarmate: "Ma scusi, che è 'sta storia che non posso più prendere 500 euro dal mio conto?", vomita d' un fiato un non meglio qualificato professionista di Roma Nord. Clik. Poi una seconda telefonata: "E da quando non posso prelevare i soldi al bancomat che rischio di finire nella lista degi evasori?", è la domanda che ci rivolge un avvocato di Legnago (Vr). E via così; la terza, la quarta... Non resta che chiedere ad un esperto: Giuseppe Melis, ordinario di diritto tributario della Luiss è un luminare in materia: «In realtà così non è più, perché la presunzione dei prelevamenti (prelevamenti non giustificati = ricavi) si applica solo alle imprese. Non si applica, infatti, più ai lavoratori autonomi dopo che l' applicazione ad essi della presunzione dei prelevamenti è stata dichiarata costituzionalmente illegittima dalla Consulta». Melis è un' autorità in materia. Però - parlando di tasse - è meglio farne due di verifiche. E così chiediamo lumi anche alle Entrate. Forse lo spazio per l' articolo non ha consentito di spiegare bene la storia dei 500 euro. A stretto giro di mail le Entrate chiariscono: «La norma non si applica ai prelevamenti ma solo ai versamenti dei professionisti, a seguito della sentenza della Consulta. Si applica invece sia ai prelevamenti sia ai versamenti delle imprese». Tutto chiaro, quindi: infarto sventato. Antonio Castro