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Brunetta: "Aumento Iva deciso da Monti, ecco le carte"

Renato Brunetta

Con un corposo dossier, il capogruppo del Pdl spiega in che modo il Professore ha umentato l'Iva. E cita due interviste di Paolillo

Sebastiano Solano
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Continua l'operazione verità di Renato Brunetta. Dopo Matteo Renzi, a finire sotto le grinfie del fumantino capogruppo del Pdl è Enrico Letta, o meglio le sue dichiarazioni riguardo l'Iva, il cui aumento secondo il premier era già stato deciso dal governo guidato da Silvio Berlusconi. Tutto falso, spiega ora Brunetta dati alla mano.  Il dossier di Brunetta - "L'aumento delle aliquote IVA sono state introdotte dal governo Monti e non, come superficialmente dichiarato anche da tanti altri, dal Decreto legge 6 luglio 2011, n.98", scrive l'esponente del Pdl in una delle prime pagine del report. A sostegno della sua tesi, Brunetta riporta due interviste concesse da Gianfranco Paolillo (al tempo sottosegretario all'Economia) a La Nazione e a Il Giornale.  La verità sull'aumento dell'Iva - Al quotidiano toscano, Paolillo scriveva: "la storia inizia nel luglio del 2011 quando Giulio Tremonti deve individuare una copertura per ridurre l'ampiezza del deficit”; “Prevede quindi, per il 2013 e il 2014, con il decreto legge 98/2011, un taglio dei 'regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale' pari al 5% nel 2103 ed al 20% per il 2014”. Un anno dopo quella lettera spedita al direttore de La Nazione, ricorda Brunetta, Paolillo rilascia un'intervista a Il Giornale, confermando in toto quanto detto l'anno prima. Il dossier è infarcito di numeri e cifre, nonché studi di Cgia Mestre, Confcommercio e Federconsumatori. Insomma, la verità sull'aumento dell'Iva, numeri e carte alla mano.

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