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Banca popolare di Vicenza, l'elenco dei grandi debitori: spuntano gli ex giocatori della Juventus

Andrea Tempestini
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Sono spuntati due elenchi fondamentali per inquadrare il crollo della Banca popolare di Vicenza, cresciuta per anni su fondamenta davvero fragili con l'obiettivo scriteriato di dare l'assalto all'alta finanza. La banca, poi, è crollata sotto il peso delle omissioni, degli occhi chiusi per far contenti amici, marchi, imprenditori già indebitati o vip che volevano tentare il colpaccio con un investimento azzardato. Il punto è che la lista delle più gravi sofferenze di Banca popolare di Vicenza è tra gli atti che nelle prossime settimane saranno valutati dalla Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Pier Ferdinando Casini sugli istituti di credito. La prima lista, come sottolinea Il Messaggero, raccoglie 1.199 miliardi nella prima lista e 1.691 nella seconda. E spulciando tra i nomi dei debitori, ecco spuntare Maurizio Zamparini, insolvente per 59,3 milioni con la sua Monte Grado Mare srl, un progetto immobiliare turistico mai realizzato. Dunque ecco la Champions Re Srl, altra azienda immobiliare di proprietà di alcuni ex calciatori della Juventus: Sebastian Giovinco, Vincenzo Iaquinta, Lorenzo Amoruso e Filippo Cristante (oltre ai procuratori sportivi Claudio e Luca Pasqualin). Il gruppo era insolvente per 23 milioni di euro. Il maggior debitore era la Nsfi Srl, per un totale di 82,5 milioni: si tratta della ex Lujan, holding finita nel mirino per un caso di "prestiti baciati" (in passato tra gli azionisti figurava anche Alfio Marchini). Una lunga lista di crediti che per la banca erano difficili da riscuotere, e lo erano sin dal principio. Non a caso, ciò che contengono questi due elenchi ha portato l'istituto al fallimento (lo scorso 25 giugno la popolare di Vicenza è stata comprata da Intesa Sanpaolo al prezzo simbolico di 50 centesimi). E, come sottolinea sempre Il Messaggero, "i nomi delle aziende richiamano due imprenditori morti suicidi quando i venti della crisi giravano a tempesta: Fermo Santarossa, il cui mobilificio doveva quasi 6 milioni di euro ad Egidio Maschio, anche lui travolto dai debiti".

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