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Manovra, Marco Buti umilia Conte: "La verità sulla trattativa", la bomba dell'italiano più potente nell'Ue

Giulio Bucchi
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Sconosciuto al grande pubblico della politica nostrana, il fiorentino Marco Buti è da 10 anni il direttore generale della Direzione  generale per gli Affari economici della Commissione Ue. Di fatto, è l'italiano più potente in Europa insieme a Mario Draghi. Ecco perché la lettera che Buti ha inviato al Corriere della Sera per svelare com'è andata veramente la trattativa tra Palazzo Chigi e Commissione Ue sulla manovra è un siluro ad alzo zero su Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Quasi una dichiarazione di guerra dopo la tregua armata di questi ultimi giorni.  Leggi anche: "Colpa della Francia se l'Ue è stata così dura con noi". Tria svela la porcata di Macron "Abbiamo approvato i numeri, non i contenuti della manovra", precisa il tecnico Buti, facendo presagire un tagliando molto, molto rischioso tra qualche settimana. Soprattutto, ha smontato la teoria di Conte sulla trattativa in extremis. Occhio alle date: "La Commissione ha espresso i suoi primi rilievi negativi sul disavanzo pianificato nella nota di aggiornamento già in una lettera del 5 ottobre. Che tale disavanzo costituisse una grave inosservanza delle regole comuni e delle raccomandazioni rivolte all'Italia, è stato reiterato poi nella richiesta di revisione del progetto di legge di Bilancio (23 ottobre), e successivamente nel parere adottato il 21 novembre". Il governo, è il sottotesto, aveva tutto il tempo per trattare e rimediare senza arrivare con l'acqua alla gola. C'erano, insomma, "ampi margini di tempo per una possibile revisione del progetto di legge di Bilancio. Imputare alla Commissione i tempi estremamente ristretti in cui il Senato prima e la Camera poi si trovano a votare la legge di bilancio, non rappresenta un'interpretazione coerente con la realtà dei fatti". "La Commissione si è limitata in questi mesi, ed infine nelle ultime settimane, a individuare un obiettivo di disavanzo che potesse essere considerato accettabile. Come arrivare a garantire tale saldo è, e rimane, competenza dell'Italia, del Governo che ha presentato il maxi-emendamento, del Parlamento che lo vota. La Commissione non ha avuto alcun ruolo nella definizione delle specifiche misure della manovra, né tanto meno sulla loro qualità". La manovra, dunque, è stata scritta a Palazzo Chigi e non a Bruxelles, è la tesi di Buti, che scarica ogni responsabilità politica sul governo. 

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