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Giochi: giovani, curiosi e influenzati dalla tv, ecco i nuovi giocatori

AdnKronos
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Milano, 24 gen. (AdnKronos) - Nel 2018 metà dei giovani tra i 14 e i 19 anni ha giocato d'azzardo; poco meno di un minorenne su due ha avuto almeno un'occasione gioco; il 6 per cento ha sviluppato pratiche di gioco problematiche, con ripercussioni sulla vita e sui rapporti interpersonali. Questa la fotografia scattata da Nomisma in occasione della ricerca 'Gioco&Giovani. Abitudini, motivazioni e approccio', realizzata in collaborazione con l'università di Bologna e con il supporto di Unipol, i cui risultati sono stati presentati oggi a Milano. "La dimensione del gioco d'azzardo -spiega Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma- dà un'idea chiara della diffusione del fenomeno; basti pensare che nel 2017 la raccolta da gioco è stata pari a 101,75 miliardi di euro, rispetto agli 88,25 del 2015, con una componente perdita molto significativa, pari a 19 miliardi di euro". L'Osservatorio 'Young Millenials Monitor', che Nomisma realizza annualmente, ha coinvolto nell'anno scolastico 2017-2018 oltre diecimila ragazzi in tutta Italia. Dai risultati emerge che tra le modalità di gioco più praticate, appare sempre meno frequente la rete fisica, mentre aumentano i giochi a distanza, specie tra le generazioni più giovani, più inclini ad utilizzare mezzi tecnologici e mobile. Gratta e vinci e scommesse sportive sono i giochi più amati e tv e web giocano un ruolo fondamentale: l'8% dei ragazzi ha dichiarato di aver iniziato a giocare perché attratto dalla pubblicità vista in tv o dai bonus trovati online. E più si è giovani, più si è sensibili: "La pubblicità influenza maggiormente i ragazzi di età inferiore ai 15 anni -sottolinea Dondi- con una maggiore propensione tra gli studenti degli istituti professionali, convinti che vincere al gioco sia una questione di abilità".

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