Da 'no Tav' a 'no mozzarella', i produttori si infuriano
Milano, 6 feb (AdnKronos) - Dai 'no Tav' al 'no mozzarella' e i produttori del settore lattiero-caseario si infuriano. Le dichiarazioni del sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano sul fatto che il governo abbia altre priorità che far spedire una mozzarella 20 minuti prima in Francia non va giù. Dati alla mano l'export del settore del formaggi vale 2,8 mld di euro, la Cdp spinge per l'internazionalizzazione delle imprese, contro i falsi "parmesan & Co" la battaglia è nazionale e insomma,"maggiore attenzione sarebbe gradita". L'invito è quello di leggere il settore per quello che vale e non farlo diventare solo facili battute. "La Francia - spiega all'Adnkronos Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte - per la mozzarella è la prima destinazione. Ne esportiamo 32mila tonnellate all'anno. Ma non solo. Complessivamente ai francesi vendiamo 90mila tonnellate di formaggi all'anno su un totale di 400mila tonnellate esportate. Per noi quindi è un mercato importante. E se si parla di infrastrutture sicuramente tutte le imprese del settore sono a favore non solo della Tav, ma di qualsiasi altra opera che aiuti nel commercio il comparto. Non si dimentichi che l'agroalimentare, come altri settori, riesce a stare in piedi proprio grazie all'export''. Non si sa se la questione delle mozzarelle rientri in qualche modo nell'analisi costi-benefici. Di certo i francesi sulla vendita delle mozzarelle vigilano e non la prendono sottogamba. Arrivare prima sul mercato è un vantaggio non da poco. E un po' di mesi fa era stata la Francia stessa a lanciare l'allarme per le vagonate di mozzarella che arrivano dal Bel Paese. Su Le Figaro si era arrivati a bacchettare i concittadini accusandoli di aver tradito la grande e nobile tradizione francese dei formaggi a vantaggio delle più plebee mozzarelle.