Mediaset, Pier Silvio Berlusconi spiega il piano pazzesco: "Prima si fa, meglio è", una rivoluzione
Pier Silvio Berlusconi fa un bilancio di Mediaset e racconta le ambizioni del futuro. "Con un Paese in recessione tecnica", dice al Corriere della Sera, "con una produzione industriale in netto calo e con un mercato della pubblicità che arretra, c'è di che essere orgogliosi per il bilancio 2018 che abbiamo appena approvato. E se il governo non dico ci stesse a fianco, non dico ci sostenesse, ma almeno non ostacolasse le poche grandi aziende rimaste italiane, il Paese potrebbe trarne giovamento in termini di sviluppo e occupazione". Leggi anche: Salini vuole fare una Rai sul modello di Mediaset Il boss di Mediaset spiega che "chi fa impresa veramente sa che si devono trovare sempre nuove strade". "E oggi EiTowers", annuncia, "ha garantito un futuro di sviluppo e Mediaset può pensare a investire su attività più vicine al core business, anche in ambito internazionale". "La questione", dice, "non è solo investire e con quale impostazione economico-finanziaria, il grande lavoro sta nel riuscire a costruire un nuovo modello industriale, un modello di business da media company internazionale che crei valore e sviluppo facendo di Mediaset l'unico broadcaster free paneuropeo Già siamo leader in due paesi, Italia e Spagna". Il progetto non è quello di lasciare l'Italia, però. "Al contrario. Una dimensione ancora più internazionale ci permetterà di aumentare gli investimenti in Italia e in Spagna, dove siamo radicati, dove vogliamo restare contribuendo ad allargare ulteriormente l' industria dei contenuti". Ma lo farete da soli o con altri partner? "Quello che è fondamentale è trovare la quadra industriale per creare sviluppo, occupazione e valore. Certo, conta la solidità finanziaria ma è fondamentale anche avere alle spalle un azionista stabile come Fininvest". Trattative? "Ovviamente si parla con tutti". I tempi? "Prima si fa, meglio è. I competitor non aspettano".