La Fiat resta a Termini
"Ma non produrremo auto"
Per restarci, la Fiat ci resta. Ma nello stabilimento di Termini Imerese non verranno più prodotte automobili e a dirlo è l'amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne, che oggi ha presenziato al tavolo con governo e sindacato, dove ha spiegato che la produzione della Lancia Y è confermata fino al 2011 nello stabilimento siciliano. A partire dall'anno successivo, invece, sarà utilizzato con altre finalità. Lo stabilimento di Pomigliano d'Arco manterrà la produzione dell'Alfa 159 berlina fino al 2010 e quella dell'Alfa 147 Gt. In seguito sarà assegnata una nuova piattaforma con più modelli. "Stiamo agendo con consapevolezza" - “Di fronte alla crisi globale del settore auto c'è necessità di razionalizzazione per contrastare una sovracapacità produttiva cronica”, ha detto Marchionne. “Stiamo gestendo una situazione drammatica in modo assolutamente responsabile. Fiat non ha denunciato eccedenze occupazionali strutturali e ha fatto ricorso solo alla cassa integrazione ordinaria”. "Non esiste una Fiat lontana dall'Italia" - Il numero uno della casa di Torino ha assicurato le parti che l'azienda sta usando “tutti gli ammortizzatori sociali possibili, ma si avvicina il limite delle 52 settimane di cassa integrazione nell'ultimo quadrimestre 2009 per almeno dieci stabilimenti”. Ma ha assicurato che non si può immaginare il gruppo Fiat senza forti radici italiane, dal momento che è “un pezzo importante della sua storia e vogliamo che sia un pezzo importante del suo futuro: se ognuno si assumerà la propria parte di responsabilità e impegno questo sarà possibile evitando conseguenza dolorose. Ritengo che sia una sfida alla nostra portata”. Stando al racconto fornito da alcuni uomini del governo, aprendo il tavolo d'incontro, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è complimentato con Marchionne per le sue attività di “consolidamento internazionale del gruppo”. “Complimenti al signor Fiat”, ha detto Berlusconi che poi ha assicurato che il governo sarà “attento e vicino” ai movimenti del Lingotto ed ha riferito che l'azienda “non ha in programma delocalizzazioni”.