La Volkswagen dovrà affrontare un secondo scandalo sulla truffa alle emissioni delle proprie auto che coinvolgerebbe circa 800mila veicoli. La casa tedesca aveva recentemente negato che nel Dieselgate fossero coinvolte anche le auto a diesel più grandi, i V6 tre litri di cilindrata e soprattutto quelle a benzina. Il governo tedesco però ha di fatto smentito la casa di automobilistica attraverso il ministro dei trasporti Alexander Dobrindt che, intervenuto ieri in Parlamento, ha chiesto spiegazioni sulle emissioni di anidride carbonica sospette che riguardano 98mila auto. Tra loro i modelli Polo, Golf e Passat, oltre che Audi A1 e A3, Skoda Octavia, Seat Leon e Ibiza. Crollo - Mentre i dati delle vendite negli Stati Uniti sembrano aver retto al recente scandalo, con l'Audi che addirittura ha venduto più del 17% a ottobre rispetto all'anno prima, i mercati stanno bastonando la casa di Wolfsburg le cui azioni sono crollate del 10%. Le scadenze - L'Epa, l'organismo americano che indaga sullo scandalo emissioni, ha scritto al nuovo capo di Volkswagen, Michael Horn, chiedendo ulteriori chiarimenti entro il prossimo 16 novembre a proposito in particolare degli impianti che avrebbero permesso di camuffare i dati di emissione. E anche l'Unione europea si sta preparando per sanzionare la casa tedesca, insieme a diverse altre aziende del settore: "Abbiamo bisogno di chiarire immediatamente che tipo di irregolarità sono state riscontrate sulle emissioni di CO2 - ha detto il portavoce Ue Lucia Caudet - cosa le ha causate, quali auto sono interessate e come il gruppo si impegnerà a porvi rimedio".