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Come scegliere il prestito miglioreAutomobii, abitazioni e vacanze:ecco come guadagnare con le rate

E' facile ottenere dei finanziamenti, anche consistenti, per comprare moto o ristrutturare la casa. Ma attenzione al Taeg: costi più gli interessi
di Andrea Tempestini domenica 4 agosto 2013

5' di lettura

Comprare un’automobile o ristrutturare finalmente casa per sfruttare le agevolazioni fiscali. Facile a dirsi, difficile a farsi, se mancano i soldi. Una situazione comune a tanti italiani. Che scelgono un prestito ma che fanno sempre più fatica a restituirlo. L’ultimo  rapporto mensile dell’Abi sui prestiti rivela che a giugno c’è un saldo negativo: si parla di una diminuzione del 3,1% su base annua. In pratica gli istituti di credito italiani hanno concesso in un anno circa 1.893 miliardi di euro ma hanno riportato a casa soltanto 1.735 miliardi. Le banche, spesso, ne approfittano. L’Italia è infatti maglia nera d’Europa su mutui e prestiti.  Rate più care L’Adusbef denuncia che dopo il leggero calo di dicembre 2012 rispetto alla precedente rilevazione è tornato a crescere il differenziale di tasso tra prestiti offerti in Italia e quelli offerti in Eurolandia, mentre è calato leggermente quello sui mutui. I dati forniti da Bankitalia e Bce sono aggiornati a maggio 2013. Per i mutui, il differenziale è infatti passato da 119 punti base di dicembre 2012, a 114 di maggio 2013. Per i prestiti il differenziale è salito da 152 punti base di dicembre ai 163 di maggio 2013. Per cui a maggio 2013, un mutuo di 100mila euro a 30 anni  vede il mutuatario italiano pagare una rata mensile di 66 euro  più alta del mutuatario di Eurolandia e cioè 792 euro in più all’anno. A conclusione del mutuo, avrà pagato 23.760 euro in più di un cittadino dell’area Euro, differenziale cresciuto rispetto ai 23.040  euro della rilevazione di aprile. Per lo stesso mutuo ma a 20 anni, alla fine il mutuatario italiano avrà pagato 14.400 euro, differenziale in crescita rispetto ai 13.912 euro in più della rilevazione di aprile. Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trifiletti di Federconsumatori hanno chiesto al governo di intervenire, «eliminando o riducendo la speculazione su tassi, prestiti, costi e condizioni, imponendo agli istituti di credito la loro mission di sana e prudente intermediazione creditizia al servizio dell’economia, invece di impiegare 265 miliardi di euro di prestiti triennali Bce al tasso dell’1% per incrementare il portafoglio dei titoli di Stato». Intanto, però, noi come possiamo difenderci? Scegliendo le offerte più vantaggiose. E allora partiamo dalle differenze di base. Cosa scegliere tra un mutuo e un prestito se proprio non ne possiamo fare a meno? Facile.it ha tracciato le differenze. Il prestito ha di solito una breve durata e le somme richieste sono generalmente di modesta entità, tali da non richiedere particolari garanzie. Conviene quindi nel caso in cui non si abbia un contratto a tempo indeterminato. È veloce da ottenere. In caso di prestito personale non si ha sempre l’obbligo di dichiarare lo scopo per cui si richiede il denaro, che può essere utilizzato come si desidera, ma in alcuni casi l’istituto che eroga il prestito può chiedere di dichiarare come si intende spendere l’importo, così da ottenere i tassi più convenienti. Il prestito si può estinguere anticipatamente rispetto al termine concordato. La maggior parte dei richiedenti, dicono i dati, lo utilizza per le spese di casa o per la ristrutturazione, ma può servire anche per farsi una vacanza o per una spesa medica. Il tasso è più alto di quello del mutuo, che è invece finalizzato, cioè pretende che si dichiari per cosa si utilizzeranno i soldi. Il mutuo, poi, ha particolari agevolazioni fiscali, per cui è possibile detrarre parte degli interessi dalle tasse. E contempla sempre delle garanzie, come l’ipoteca sulla casa. I costi Se si opta invece per il prestito è bene sapere che la banca, quando vi informate sulle varie offerte, è tenuta per legge a fornirvi una serie di informazioni per una scelta consapevole e conveniente come le condizioni applicate in quel momento e personalizzate con i vostri dati. Pretendete sempre di averle.  Si dice Taeg, si legge tasso annuo effettivo globale. È il costo effettivo del prestito che il cliente dovrà corrispondere all’erogatore espresso in termini percentuali. È l’indicatore che comprende interessi, costi e oneri accessori. Vi permette di confrontare le offerte di finanziamento a parità di importo e durata. Il Tan è invece il tasso annuo nominale, ovvero il tasso di interesse che le banche utilizzano per fissare l’importo delle rate che bisogna sostenere mensilmente per restituire il prestito. Più è basso e più è conveniente. Ma non comprende le spese accessorie, cioè ad esempio le spese di istruttoria, quelle di chiusura della pratica, il costo delle comunicazioni o le spese di incasso e gestione della rata.  Bisogna poi sempre controllare se sono previste coperture assicurative da sottoscrivere alla firma del contratto. Non sempre sono obbligatorie e incidono sul valore della rata. La copertura tutela la banca o l’intermediario finanziario, ma tutela anche il consumatore e la sua famiglia in caso di malattia, invalidità totale permanente, inabilità, ricovero o perdita d’impiego.  Secondo prestiti.it sulle spese di istruttoria è bene fare attenzione al contratto: a volte sono definite costi di consulenza e devono essere corrisposti subito, indipendentemente dall’esito della pratica, mentre solitamente vanno pagate solo in caso di operazione andata a buon fine. Pratica rifiutata L’osservatorio sul credito di Assofin, Crif e Prometeia lo ha appena certificato: le erogazioni dei prestiti alle famiglie italiane continuano a calare. E la parabola discendente non darà cenni di inversione, secondo gli analisti, almeno fino al 2015. Nel 2012 l’erogazione dei prestiti ha chiuso in calo dell’11,7% rispetto al 2011, tornando ai livelli del 2009. Nel primo trimestre del 2013 è proseguita la contrazione: -5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La crisi ha colpito in primis i prestiti personali, poi i finanziamenti per l’acquisto di auto o moto. Tengono invece i finanziamenti per i consumi di importo più contenuto, come quelli necessari all’acquisto di arredamento, elettronica o elettrodomestici.  Per “convincere” la banca, oltre alla capacità di rimborsare le rate, è bene avere la presenza di un garante, che firma il contratto e garantisce. Non è una presenza necessaria, certo. Ma è ben vista dagli istituti, che concederanno più facilmente il prestito. Lo faranno anche se si distribuisce il peso delle rate su più anni. La banca esamina il rapporto tra rata e reddito percepito, controllando che non superi il 30% del reddito totale. Per quanto riguarda infine i documenti, per richiedere un prestito personale basta di solito presentare l’ultima busta paga o la dichiarazione dei redditi in caso di lavoratore autonomo. Per un prestito finalizzato bisogna portare il preventivo della spesa. di Giulia Cazzaniga

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