Telecom-Telefonica, non c'è obbligo di Opa Il Tesoro lavora a modifica della legge

domenica 29 settembre 2013
Telecom-Telefonica, non c'è obbligo di Opa Il Tesoro lavora a modifica della legge
3' di lettura

Roma, 26 set. - (Adnkronos/Ign) - Nessun obbligo di offerta pubblica di acquisto (Opa) di Telefonica su Telecom. E' quanto ha precisato questa mattina il presidente della Consob Giuseppe Vegas in un'audizione al Senato sul caso della compagnia telefonica italiana. "L'attuale normativa italiana lega l'obbligo di opa al superamento del 30% del capitale con diritto di voto, indipendentemente dal fatto che alla partecipazione acquisita corrisponda una situazione di controllo della società quotata", ha infatti spiegato, aggiungendo che al momento Telco detiene solo il 22,4% di Telecom e Telefonica non detiene direttamente azioni Telecom. Quindi la sua partecipazione complessiva in Telecom, anche nel momento in cui dovesse acquisire il controllo di Telco, sarebbe inferiore al 30%, a meno che non vengano effettuati ulteriori acquisti”. "Un eventuale modifica della norma "necessiterebbe di un intervento legislativo" e c'è "una finestra di opportunità da qui al 31 dicembre" per eventuali modifiche ha quindi sottolineato spiegando che "il legislatore è sovrano e si puo' 'riappropriare' della materia". Dasl canto suo il sottosegretario all'Economia Giorgetti ha fatto sapere che nell'ottica di "confermare un regime a soglia predeterminata" per il lancio di un'Opa, è allo studio del Governo una modifica che consentirebbe alle società di "definire per via statutaria" una soglia inferiore a quella prevista per legge, al superamento della quale scatterebbe l'obbligo di offerta. Per il numero uno dell'autorità di controllo sulla Borsa "ovviamente un'eventuale modifica legislativa non avrebbe effetto retroattivo" sul caso di Telecom Italia e "non potrebbe che applicarsi alle acquisizioni successive alla sua entrata in vigore". D'altronde, ha puntualizzato ancora nell'audizione, "se si cambiano le regole in corso d'opera c'è un rischio reputazionale per il Paese". Tuttavia Vegas ha precisato che sebbene questo sia un assunto che vale sempre, con l'operazione Telefonica-Telecom "non siamo ancora in corso d'opera". Infatti, ha rilevato, solo a partire dal 1 gennaio 2014 o dalla data successiva in cui saranno ottenute le necessarie autorizzazioni Antitrust "potrebbe ipotizzarsi l'acquisizione da parte di Telefonica di una partecipazione rilevante in Telecom". Solo da quel momento infatti le azioni Telco sottoscritte da Telefonica acquisiranno il diritto di voto conferendo il controllo di diritto della società. Per Vegas, "un'altra strada percorribile è quella di avvicinare quanto più possibile la soglia dell'Opa obbligatoria ai livelli partecipativi che di norma consentono l'esercizio del controllo. Si tratterebbe in sostanza di diversificare il sistema di soglie in base alla struttura proprietaria della società. Questo potrebbe essere particolarmente necessario in Italia - ha puntualizzato Vegas - vista la diffusione di piramidi e scatole cinesi, che spesso consentono un controllo delle aziende anche con partecipazioni di capitale limitate". Nella sua relazione di fronte alle commissioni Lavori pubblici e Industria del Senato il presidente della Consob ha infine aggiunto che ci saranno verifiche sul prezzo pagato da Telefonica ai soci italiani per salire nell'azionariato di Telco. "Il prezzo pagato è di circa 1,1, quasi il doppio rispetto alla quotazione. Incorpora - ha detto - un sovrapprezzo e sembra razionale pensare che dietro potrebbe esserci un'acquisizione del controllo". Sempre per quanto attiene la vigilanza Consob sull'operazione, Vegas ha riferito che è già stata fatta un'audizione con Telco e la prossima settimana Consob ne avrà una con Telefonica. In ogni caso, ha voluto puntualizzare, "non si puo' contemporaneamente avere paura dello straniero e chiedere loro i soldi, perché è incoerente. Il tema è se l'azienda funzionerà meglio o sarà cannibalizzata