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Federico Lazzerini: "La pandemia è un'occasione, ecco come ripensare le aziende"

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Soffrono le piccole e medie imprese, ma anche i colossi devono guardarsi alle spalle. Abbiamo incontrato Federico Lazzerini, genio del Marketing e Startupper. Ci ha raccontato che cosa succederà secondo lui, e non è una bella notizia, ma vale la pena leggere tutto. Volete scatenare la sua creatività? Ditegli che nell’ambito del settore in cui lavora qualcosa è impossibile, e lui farà di tutto per dimostrarvi il contrario. È stato così, raccogliendo una sfida, che Federico Lazzerini cominciò a rivoluzionare il modo in cui la sua azienda, specializzata in strategia, branding ed advertising, si proponeva a un mercato che in Italia è a dir poco tradizionalista («Quando provi a suggerire qualcosa di nuovo, spesso ti senti rispondere: “ma fanno tutti così”. Come se fosse un valore aggiunto», dice Lazzerini).


Come diceva ironicamente il premio Nobel per la fisica Niels Bohr, “fare previsioni è molto difficile, specialmente se si tratta del futuro”. E per la pandemia la chiave di ripartenza sarà cambiare. Difficile ipotizzare quando e come avverrà la ripresa dopo un'emergenza sanitaria che si è trasformata in economica e rischia di diventare sociale. “Credo che nessuno lo sappia in questo momento - continua Lazzerini - molto dipenderà dall'attitudine del consumatore. Temo, comunque, che il 2021 rimarrà ancora un anno difficile. C'è una consumer confidence da ricostruire. Allo stesso tempo, in questo periodo vedo un'opportunità per accelerare processi di cambiamento che erano già in atto e che questa emergenza sta velocizzando, come la digitalizzazione e una maggiore attenzione verso le tematiche startup 3.0”. “Del resto - continua l’esperto- la pandemia ha reso il digitale una priorità ancora più urgente per le aziende. Durante il lockdown le persone hanno acquistato molto online e credo che questo abbia creato familiarità di comportamento, trasformandolo in una sorta di abitudine. È ormai anacronistico fare distinzioni tra online e offline perché questi due mondi si influenzano e si intersecano continuamente lungo tutto il percorso del consumatore. La vera sfida è saper offrire un'esperienza senza frizioni e coerente lungo tutti i momenti di interazione con il cliente, che ormai non separa più mentalmente i singoli canali e si aspetta lo stesso livello di servizio e un flusso di storytelling ed “emozioni” coerente e omogeneo”.


Ogni persona, anche lontana anni luce dalla mia visione di vita e dalla mia professione necessita un “rebrand” di sé. Se ne abbiamo la forza, è possibile usare il Coronavirus come una seconda possibilità per creare una nuova immagine di noi. Baseremo la nostra esistenza su un principio semplice: l’identità digitale è per l’utente finale molto più reale di quella fisica. E conclude: “Mi piace pensare alla crisi come ad un'occasione. Oggi la storia ci presenta un bivio e la possibilità di entrare nel futuro con una nuova energia e nuovi orizzonti. Ho fiducia che questa possibilità possa essere vissuta come uno stimolo per rivedere tutto ciò che stava iniziando a mandarci segnali di un cambiamento necessario e che oggi, spero, sapremo interpretare con la creatività e la determinazione tipiche di noi italiani. Sicuramente sapremo trovare nuovi modi di creare emozioni, ripensare il rapporto con il cliente online e offline, accogliere la sfida del digitale, costruire nuove relazioni con i consumatori locali”.

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