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Spread, un colpo mortale per Mario Draghi: Italia in pericolo? Ecco cosa sta succedendo

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La guerra in Ucraina sta avendo non pochi effetti negativi sull'economia italiana: lo dimostra l'aumento dello spread, sul quale avrebbe influito anche l’ultima stretta della Fed, che ha alzato il costo del denaro di 0,50 punti. Per capire meglio le dimensioni del problema, basti pensare che ieri il differenziale tra il Btp e il bund tedesco - come scrive il Tempo - è partito al rialzo toccando i 208 punti base, ai massimi da oltre tre anni, poi ha ripiegato a quota 204. Una situazione critica per la quale nemmeno il premier Draghi può fare qualcosa.

 

 

 

Tutti i bond europei avrebbero risentito della situazione attuale ma quelli italiani un po' di più. Per il nostro Paese, così come per tutte le nazioni che hanno debiti elevati, il danno è maggiore perché l’effetto del rialzo dei tassi sulle finanze pubbliche è di gran lunga più destabilizzante. Ad attenuare un po' questo clima di forte agitazione potrebbe essere l’eventuale decisione della Banca centrale europea su un anticipo dell’aumento dei tassi, "da sommarsi al disimpegno sui programmi di acquisto titoli", scrive il quotidiano romano. A tal proposito Olli Rehn, presidente della Banca centrale della Finlandia, ha detto: "Penso sia ragionevole prevedere per luglio un aumento dei tassi in linea con la normalizzazione della nostra politica monetaria. E mi aspetto un azzeramento in autunno, ovviamente a patto che non ci siano contraccolpi dalla situazione in Ucraina".

 

 

 

Se la situazione a Kiev dovesse sfuggire di mano, portando gli spread di tutti gli Stati a impennarsi, la Bce sarebbe pronta a introdurre nuovi strumenti per aiutare i Paesi più in difficoltà. "Il nostro mandato principale è la stabilità dei prezzi e dobbiamo concentrarci su questo. Ecco perché ci sarà una normalizzazione della politica monetaria, con un tasso di azzeramento piuttosto rapido - ha proseguito Rehn -. Ben sapendo che allo stesso tempo avremo nella nostra cassetta degli attrezzi una sorta di strumento che potrebbe aiutarci a contrastare la possibile frammentazione delle condizioni finanziarie in Europa".

 

 

 

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