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Superbonus 110% finito? Ecco che cosa faranno adesso le banche: occhio al dettaglio

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"A causa delle troppe richieste che stiamo ricevendo, non siamo più in grado di scontare i crediti derivanti dai bonus edilizi": questo, in poche parole, il contenuto di lettere che alcune banche stanno inviando ai loro clienti. Nel mirino c'è il tanto discusso Superbonus, misura che in passato ha letteralmente spaccato il governo.

 

 

 

"La norma di legge impone, per tutti gli operatori del mercato, un vincolo di compensazione che prevede che ogni anno i crediti fiscali come quelli edilizi non possano eccedere il livello di imposte e contributi versanti dalla banca e che appunto possono essere oggetto di compensazione - si legge nella missiva inviata da Intesa Sanpaolo ai suoi clienti, stando a quanto riporta il Messaggero -. Le comunichiamo pertanto che, al momento, non siamo in grado di procedere con la sottoscrizione del contratto di cessione del credito, a nulla rilevando l’esito delle analisi che eventualmente Deloitte (che fornisce il servizio di valutazione della correttezza e completezza dei documenti) avesse iniziato".

 

 

 

Intesa, però, non è l'unica banca ad aver inviato questo tipo di comunicazione. Fonti del Banco Bpm hanno fatto sapere al Messaggero che, tra acquisti già effettuati ed impegni all'acquisto, la banca avrebbe già raggiunto l'obiettivo dei 4 miliardi di volumi totali. Uguale Unicredit. Mentre Poste da tempo ha limitato la propria operatività, limitandosi ad acquistare i crediti soltanto dai correntisti e non più dalle imprese che hanno effettuato sconti in fattura. Proprio le imprese sembrano essere le più penalizzate. Uno studio della Cna, infatti, ha quantificato i crediti delle aziende per lavori già effettuati che rischiano di non poter più essere incassati per il blocco della cessione dei crediti in 2,6 miliardi. La conseguenza? Il possibile fallimento di ben 150 mila imprese di costruzione con la possibile perdita di oltre 150 mila posti di lavoro. 

 

 

 

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