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Gas e luce, "razionamenti nelle case private". Cosa non possono dirci

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L'emergenza energetica durerà almeno per i prossimi 3 anni, il Price cap non ha senso e presto servirà un commissario militare per il gas. Parola di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia che consegna a The Post Internazionale una profezia cupissima per l'Italia e per il mondo.

"Sul razionamento dell'energia mi sto esponendo molto, perché essere contro l'establishment è sempre un rischio. In primo luogo contro il governo, che ha usato toni prudenti e rassicuranti. Ma poi penso ai tantissimi esponenti della classe dirigente, e degli addetti ai lavori del settore, tutti muti. Sono consapevoli che la partita dell'energia deciderà vita o morte nei prossimi anni, in tutta Italia. E ovviamente anche in Europa. La crisi dei prezzi non si risolverà entro il 2023: ci vorranno almeno tre anni. Dirlo può sembrare sgradevole, così come spiegare le altre verità scomode di questa vicenda. La prima: imporre un tetto al gas non solo è impossibile, è inutile. La seconda: dato che non si può imporre un tetto, l'unica via possibile è quella del sostegno diretto dei governi a imprese e famiglie. La terza: senza gas e senza combustibili ed energia di derivazione fossile non ce la possiamo fare in nessun caso". 

Quella contro la Russia è una guerra "non militare" che coinvolge anche l'Italia, visto che Mosca fino a oggi era il nostro principale fonte di energia."Questo ha delle conseguenze inevitabili. Nei giorni in cui parliamo siamo arrivati a toccare il record di cinque giorni di interruzione totale di forniture dalla Russia. E la settimana scorsa sono saltati per aria il Nord Stream 1 e 2. Questo ci dice che i russi prima o poi chiuderanno o rallenteranno sensibilmente il flusso", sottolinea. "Sarà inevitabile in caso di razionamento un commissario militare che controlli il fabbisogno, i flussi di fornitura, gli effetti dei risparmi. Una sorta di generale Figliuolo del gas".

Secondo Tabarelli "Il nostro fabbisogno di rete è 350 o 400 milioni di metri cubi al giorno a fine gennaio. Più o meno i problemi iniziano a fine gennaio, quelli che per il Nord sono i giorni più freddi. In un giorno, mettiamo intorno al 28 gennaio, fa freddo freddo: la domanda passa da 250 a 400 milioni al giorno. E scatterà un allarme nella rete. Magari in grandi città del Nord come Milano dovremo fare dei razionamenti anche nelle case private. Non c'è mai stato un calo di fornitura del gas in tutta la storia dalla rivoluzione industriale fino a oggi". Il rischio riguarda anche la luce: "Il 50% della nostra elettricità viene dal gas. Quindi è più che possibile, si tratta di una conseguenza molto probabile".

 

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