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Conto corrente, occhio alle banche: risparmi a rischio, cosa devi sapere

giovedì 30 marzo 2023

2' di lettura

"Il sistema bancario italiano è stabile e solido", ha rassicurato la premier Giorgia Meloni dopo il crollo di Deutsche Bank. "Il sistema bancario dell’Ue è robusto e sicuro” e possiede “le strutture di controllo necessarie” aveva confermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz al termine del Consiglio europeo. Deutsche Bank, prima ancora Credit Suisse e Silicon Valley Bank. A chi toccherà adesso? Molti correntisti italiani, infatti, di fronte al crollo di colossi della finanza come quelli americani, svizzeri e tedeschi, si chiedono se la solidità delle banche, anche delle più grandi, sia o meno a rischio e quali sono quelle più affidabili. A queste domande risponde Dario Murri sul Giornale spiegando la situazione degli istituti di credito in Italia e quali sono i conti correnti più convenienti. "Tutte le nostre banche hanno dimostrato alti valori di resilienza in caso di eventi critici durante l’ultima verifica, effettuata lo scorso febbraio", ha scritto Murri spiegando l'importanza dei severi criteri di solidità che devono rispettare tutte le banche della Zona euro. Criteri che sono vari e che vengono controllati sistematicamente. La BCE, ad esempio, effettua periodicamente delle simulazioni per verificare il grado di affidabilità dei vari Istituti. Nell'ultimo stress test effettuato dalla Banca Centrale europea a febbraio tutte le nostre banche hanno dimostrato alti valori di resilienza in caso di eventi critici. 

Non solo: per i risparmiatori italiani esiste infatti, fa notare Murri, "un’ulteriore protezione, quella del Fondo Interbancario di tutela dei depositi, che protegge i depositi dei correntisti fino a 100.000 euro. Questo vuol dire che, nel caso in cui una banca dovesse fallire, i soldi sui conti correnti verrebbero rimborsati fino a 100.000 euro. Qualora invece un correntista avesse sul conto più di 100.000 euro potrebbe rischiare di perdere il risparmio eccedente quell’importo". Per ovviare questa possibilità, però, si possono diversificare i propri depositi, distribuendoli tra varie banche con importi inferiori a 100.000 euro. "Soluzione questa che" puntualizza Murri, "anche in caso di eventuali banche italiane a rischio default, consentirebbe di mantenere protetti i risparmi".


Altri due criteri del quale devono rispondere le banche sono il cosiddetto P2R, “requisito di secondo pilastro” e il coefficiente CET1 (o Common Equity Tier 1). Il primo è il requisito patrimoniale specifico per singola banca, che si applica in aggiunta al requisito patrimoniale minimo, “di primo pilastro”, quando questo sottostima o non copre alcuni rischi. Il P2R è giuridicamente vincolante e, in caso di mancato rispetto dei suoi parametri, gli enti possono essere soggetti a misure di vigilanza, fra cui anche sanzioni. Il secondo parametro indica la solidità patrimoniale di una banca e della sua capacità di assorbire le perdite, espresso in percentuale: più tale percentuale è alta, più la banca è in buona salute.

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