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Tassa sull'eredità, l'ultima "rapina" voluta dalla Ue: batosta da 10 miliardi?

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Nuova batosta in arrivo. Ue, Ocse e Fmi stanno pensando a una tassa sull’eredità che vale 10 miliardi di euro all’anno. Causa denatalità-invecchiamento della popolazione, lo Stato sarà costretto a fare cassa con i lasciti dei familiari. In sostanza, riporta il Giornale, "il rafforzamento della tassazione di successione è un’opzione promettente come fonte alternativa di gettito", sostengono gli euroburocrati. Che hanno già provveduto a fare i conti: "Le entrate fiscali di successione in Francia e Germania raddoppieranno entro il 2050, saranno il 225% in più in Irlanda". Per questo l'Ue ci invita a rivedere gli estimi catastali italiani.

 

 

Cosa cambierà? Al momento l'eredità lasciata a parenti in linea diretta, ossia figlio-genitori, in Italia è tassata con un’aliquota del 4 per cento oltre un milione di euro. Negli altri Paesi europei le tasse sono più alte e a partire da franchigie più basse (tipo 500mila euro). Quindi, "se in Italia si introducesse una flat tax del 10 per cebti senza detrazioni sui trasferimenti di ricchezza, lo Stato incasserebbe 20 volte di più di oggi, passando dai quasi 500 milioni del 2020 a circa 10 miliardi l’anno. Nel frattempo, andremo in pensione più tardi, come greci e danesi".

 

 

E scordiamoci pensione anticipata o scivoli vari. "Secondo il documento The 2021 Ageing Report nel 2030 l’età di pensionamento in Italia sarà di 68 anni. Un’età destinata a salire a 69 anni nel 2050 e a 71 nel 2070. Insomma, lavoreremo di più e pagheremo di più". Anche la tassa sull'eredità. 

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