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Tassa alle banche, Salvini spiega il piano: ecco dove vanno i soldi

Antonio Rapisarda
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Aiuti a chi è finito nella tempesta dei mutui a tasso variabile (la cui genesi è da rintracciare «nelle politiche sbagliate della Bce») con una coda fondamentale che giungerà direttamente alla prossima legge di Bilancio con l’obiettivo di confermare «il taglio delle tasse e gli aumenti degli stipendi». Se Giorgia Meloni sceglie i suoi “Appunti” per rivendicare la misura contro i «margini ingiusti delle banche», Matteo Salvini ha affidato ai microfoni di Radiouno le nuove valutazioni sulla tassazione degli extraprofitti. L’apertura in rialzo di Piazza Affari e degli istituti di credito, dopo il crollo di martedì, conferma già in mattinata ciò che il sottosegretario e braccio destro della premier Giovanbattista Fazzolari aveva previsto: tutto tornerà alla normalità.

Se i mercati hanno metabolizzato in tempi record la decisione sul prelievo (premiata dal 91% degli italiani, secondo un sondaggio commissionato da Affaritaliani) questa è una ragione in più, per il ministro delle Infrastrutture, per confermare la bontà della misura scritta dal titolare del Mef Giancarlo Giorgetti: «Borsa che sale e spread che scende. Dopo qualche polemica inutile, la scelta di destinare a lavoratori e famiglie una piccola parte dei guadagni miliardari delle banche viene premiata non solo dalla stragrande maggioranza dei cittadini, ma anche da imprese e mercati».

 


Decisione che nasce da un motivo preciso, effetto delle ultime decisioni della Bce: «Le banche hanno aumentato i costi per chi ha un prestito, per chi ha un mutuo ma non hanno aumentato i tassi di interessi per i cittadini che hanno i risparmi sui conti», ha ricordato Salvini, stigmatizzando le reazioni di «qualche banchiere che si è rammaricato di questa misura: parliamo di un settore che sta facendo miliardi di guadagni senza muovere un dito». Ecco perché «redistribuire una piccola parte» dei miliardi di utile che le banche stanno facendo per Meloni e Salvini è un’operazione «economicamente e socialmente doverosa».

 


I benefici della misura sugli extraprofitti, ha spiegato poi il leader della Lega, arriveranno dunque a chi ha un mutuo «che sta aumentando» e finiranno soprattutto nella prima vera Finanziaria del destra-centro: «Cercheremo di mettere tutti i soldi possibili per aumentare stipendi e pensioni, per affrontare il caro vita e anche l’aumento del prezzo della benzina». Una linea, questa rivendicata dal vicepremier leghista, che conferma ciò che a Libero è giunto da fonti accreditate di governo: l’assoluta identità di vedute fra Palazzo Chigi e il Mef. «Già testata – spiegano – con la rimodulazione del reddito di cittadinanza e del superbonus e con il taglio del cuneo fiscale». Una risposta fattuale ai retroscena apparsi su diversi quotidiani di opposizione secondo i quali la norma sugli extraprofitti sarebbe sorta su un disallineamento fra il ministero dell’Economia e la Presidenza del Consiglio. «Ricostruzioni fantasiose – concludono –. Una sintonia del genere, anzi, non si vedeva da tempo». 

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