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Pensioni, l'assegno aumenta del 2,3%: nel 2024 un clamoroso "effetto collaterale"

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Pensioni più alte. Dopo un lungo periodo di stagnazione, il montante contributivo su cui si calcola la pensione sale. Chi lascerà il lavoro nel 2024 potrà usufruire di un aumento del 2,3 per cento con riferimento al montante contributivo al 31 dicembre 2022. A confermarlo l’Istat che riporta una cifra mai stata così alta dall’anno 2009. Ecco allora che la novità riguarda il calcolo della pensione con la c.d. "regola contributiva", in base alla quale l’importo della pensione è pari a una percentuale di tutti i contributi versati durante l’intera vita lavorativa. Contributi - spiega ItaliaOggi - in genere pari al 33 per cento del proprio reddito, stipendio o retribuzione.

La somma dei contributi formano dunque il montante contributivo. La percentuale che, applicata al montante, determina invece l’importo annuo di pensione è prefissata dalla legge, in corrispondenza dell’età di pensionamento, a partire da 57 fino a finire a 71 anni. Si tratta dei cosiddetti "coefficienti di trasformazione", anch'essi soggetti a revisione, a cadenza biennale. Allo stesso tempo il montante contributivo, ogni anno, è soggetto a rivalutazione al fine di conservare il potere di acquisto. Il tasso di rivalutazione viene infatti fissato ogni anno dall’Istat in misura pari alla variazione del Pil verificatasi nei cinque anni precedenti quello di rivalutazione.

 

 

Tradotto: il tasso ufficializzato a favore di chi va in pensione nell’anno 2024 è pari a 1,023082, che significa una rivalutazione del 2,3082 per cento. Stando alla tabella Istat dei tassi di rivalutazione, che parte dal 1976, solo in due occasioni il tasso è stato negativo. È accaduto nel 2014 e nel 2021. Nel 2014 (— 0,001927, quindi 250 mila euro di contributi sarebbe diventati 249.518 euro), nel 2021 la storia si è ripetuta: —0,000215.

 

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