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Travaglio si riscopre difensore di Israele: cambio di linea al "Fatto"

Marco Travaglio

Lorenzo Mottola
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Kefiah al bando, panico in redazione al Fatto Quotidiano: è tornato Marco Travaglio. Qualche giorno fa su Libero avevamo raccontato la deludente svolta del direttore che, dopo anni di stretta osservanza filo-israeliana, nelle ultime settimane si è lasciato tentare da certe posizioni alla Michele Santoro (i contenuti del suo giornale, a partire dalle campagne di Alessandro Orsini, parlano chiaro. E anche lui nei suoi scritti aveva lanciato accuse molto pesanti allo stato ebraico). Letto l’editoriale di ieri, tuttavia, non possiamo che celebrare il ravvedimento.

Travaglio ha preso a cinghiate i 4mila docenti universitari che hanno chiesto «l’interruzione immediata delle collaborazioni con istituzioni universitarie e di ricerca israeliane», chiedendo perché non si siano mai visti appelli simili nei confronti degli atenei di Iran, Siria, Arabia, Qatar. E soprattutto, con una scelta coraggiosa in termini di copie, se l’è presa pure con il suo pubblico: «Da qualche giorno discuto con diversi lettori che pretendono la mia abiura sul fatto che nel 2005 Israele ritirò esercito e coloni da Gaza, da allora non più occupata ma duramente presidiata ai confini e dal 2006 governata da Hamas. Purtroppo non posso accontentarli, il Fatto esiste per raccontare i fatti».

 

 

 

E i fatti sono questi: «Nel 1948 Israele nacque in base alla risoluzione Onu 181 che spartiva l’ex Mandato britannico in uno Stato ebraico e uno palestinese. Il primo nacque senza occupare un millimetro in più. Il secondo no: i governi arabi e la leadership palestinese violarono la risoluzione Onu e mossero guerra a Israele per ricacciarne a mare gli ebrei». Il portavoce dell’Idf – l’esercito con la stella di Davide - non avrebbe saputo spiegare meglio la cosa. La lezione di storia, tuttavia, non è finita qui: «Possibile che fra i 4 mila prof non ce ne sia uno di Storia che corregga “oltre 75 anni di occupazione” in 38 per Gaza e 56 per la Cisgiordania? Ma ne basterebbe uno di Logica: se Gaza è occupata da sempre, perché Onu, Usa e Ue chiedono a Netanyahu di “non rioccuparla”? E se la risoluzione Onu 181 che legittima Israele non vale, come si può intimare a uno Stato abusivo di rispettare le altre risoluzioni Onu? O il diritto internazionale funziona a targhe alterne?». Bentornato.

 

 

 

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